TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO PER I DISTURBI ALIMENTARI, I GENITORI DICONO SÌ

“Siamo assolutamente d’accordo con la proposta di legge Moretto sul trattamento sanitario obbligatorio (Tso) nei casi gravi di anoressia e bulimia, e la sosterremo in ogni modo”. E’ questa la posizione espressa da Stefano Bertomoro, presidente del Coordinamento nazionale delle associazioni di familiari di malati di disturbi del comportamento alimentare (Dca). Nato a novembre scorso, il Coordinamento, che ha sede a Parma, raggruppa al momento le associazioni di sei regioni: Emilia Romagna, Veneto, Friuli, Puglia, Toscana e Calabria.

In una recente intervista, Bertomoro racconta che anche sua figlia, a 16 anni, si ammalò improvvisamente di anoressia. Smise di mangiare, perse rapidamente peso e rischiò di morire. A salvarle la vita fu, quella volta, il ricovero forzato di oltre 6 mesi nel centro di riferimento per la cura e la riabilitazione dei Dca di Portogruaro. “Ad aprile è stata dimessa, ma è sempre sotto controllo psicologico e deve far uso di alcuni medicinali. Se avesse avuto 18 anni – ragiona oggi Bertomoro – mia figlia avrebbe firmato e sarebbe uscita”.

Anche grazie a storie come questa, il Coordinamento delle associazioni dei familiari si impegna a sostenere la proposta di legge della deputata Sara Moretto che, se accolta, estenderebbe il trattamento sanitario obbligatorio (già previsto dalla legge 833/78) ai casi gravi di Dca. Una proposta che trova favorevoli diversi medici specialisti nel trattamento pubblico dei disturbi alimentari, come Armando Cotugno, direttore programma Dca Roma, e Pierandrea Salvo, direttore del centro di Portogruaro.

“C’è tanta ignoranza diffusa” commenta Bertomoro, “E c’è chi lucra sul problema, ancora poco conosciuto”. Per questo, tra le iniziative del Coordinamento, ci sono gli interventi nelle scuole e la realizzazione di un opuscolo per medici di base di tutta Italia affinché siano preparati e sappiano orientare i pazienti presso servizi e centri specializzati. “Porteremo il tema del trattamento sanitario obbligatorio in tutti i convegni – promette Bertomoro -, in Italia e all’estero. Siamo in contatto con diverse associazioni di altri Paesi europei per confrontarci continuamente su queste problematiche”. In procinto di attivazione anche un sito web e una pagina Facebook per dare spazio alla discussione.