Report Caritas: in Sardegna 113mila famiglie soffrono di povertà

Il documento della Caritas, presentato a Cagliari, fornisce un quadro preciso della realtà economica e sociale sarda

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Dal diciottesimo report su povertà ed esclusione sociale relativo al 2022 presentato da Caritas emerge che sono 113mila le famiglie che non sono in grado di mantenere lo standard di vita medio 

La realtà economica e sociale sarda

In Sardegna 113mila famiglie – il 15% del totale – si trovano in condizioni di povertà relativa, non sono cioè in grado di mantenere lo standard di vita medio. È uno dei dati che emerge dal diciottesimo report su povertà ed esclusione sociale relativo al 2022. Uno spaccato della realtà economica e sociale sarda presentato ieri a Cagliari dalla Caritas sulla base dei dati raccolti dai centri di ascolto diocesani sparsi sul territorio.
Veri e propri osservatori privilegiati del disagio, che l’anno scorso hanno registrato oltre 47mila richieste di aiuto e fatto 71mila interventi. Una situazione aggravata dalla corsa dell’inflazione, che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie e assottigliato i redditi reali. A farne le spese sono soprattutto le fasce più vulnerabili della popolazione.

Don Statzu: “I poveri sono volti e relazioni”

“Il grande lavoro di raccolta e analisi dei dati da parte di Caritas Sardegna – commenta il delegato regionale Caritas don Marco Statzu – restituisce un quadro complesso di problematiche che meritano una speciale attenzione da parte della comunità cristiana e da parte degli amministratori e della politica: se è vero che il primo e più consistente aiuto resta quello di viveri e beni di prima necessità, le Caritas diocesane operano per un miglioramento globale delle condizioni umane e culturali delle persone che a noi si rivolgono, puntando a far uscire le persone dal degrado e dalla mancanza di autonomia. I poveri non sono numeri, ma volti e relazioni, e tuttavia le statistiche sono necessarie perché ci rendiamo conto di quanto facciamo e di quanta strada ancora c’è da fare perché sia rispettato anche nella nostra Sardegna il diritto a una vita dignitosa”.

Fonte: Angesir