Papa: “Vicinanza spirituale alle vittime del terremoto in Giappone”

"Rinnovo la mia vicinanza spirituale a quanti sono stati colpiti dal recente terremoto in Giappone e alle vittime della collisione di due aerei all’aeroporto di Tokyo": così Papa Francesco al termine dell'udienza generale

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Foto © Vatican News

Papa Francesco, al termine dell’udienza generale in Aula Paolo VI, ha espresso la sua “vicinanza spirituale” alle vittime del terremoto di Capodanno in Giappone e della collisione di due aerei all’aeroporto di Tokyo. Il Pontefice ha poi concluso con una preghiera per i popoli in guerra: “La guerra è una pazzia, sempre la guerra è una sconfitta”.

Papa: “Vicinanza spirituale alle vittime del terremoto in Giappone”

“Rinnovo la mia vicinanza spirituale a quanti sono stati colpiti dal recente terremoto in Giappone, come pure alle vittime della collisione di due aerei avvenuta ieri all’aeroporto di Tokyo. Prego anche per i loro familiari e per i soccorritori”. Così Papa Francesco durante il saluto ai fedeli di lingua inglese durante l’udienza generale in Aula Paolo VI, incentrata sul combattimento spirituale.

Anche lunedì 2 gennaio, tramite il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, il pontefice aveva inviato un telegramma per le vittime del sisma in Giappone in cui aveva assicurato la sua “profonda solidarietà e spirituale vicinanza a tutti coloro che sono colpiti da questo disastro”, esprimendo il suo “incoraggiamento alle autorità civili e al personale di emergenza, così come a coloro che assistono le vittime di questa tragedia”.

La preghiera per i popoli in guerra

“Non dimentichiamo i popoli che sono in guerra”: è l’appello finale del Papa al termine dell’udienza di oggi in Aula Paolo VI, la prima del 2024, dedicata al combattimento spirituale.

“La guerra è una pazzia, sempre la guerra è una sconfitta”, ha ribadito Francesco durante i saluti ai fedeli di lingua italiana: “Preghiamo per la gente in Palestina, Israele, Ucraina e in tanti altri posti dove c’è la guerra. E non dimentichiamo i nostri fratelli Rohingya, che sono perseguitati”. “Preghiamo che ci conceda un cuore sensibile alle necessità dei poveri, rifugiati e vittime della guerra”, il saluto ai pellegrini polacchi, pronunciato poco prima.

Fonte: AgenSIR