ARRIVA IL TESTO SUL NEGAZIONISMO, MA RISCHIA DI INDEBOLIRE LA LEGGE MANCINO

E’ scontro in Senato sulla modifica della legge Mancino. L’introduzione nel testo dell’aggravante del negazionismo rischia di mettere a rischio l’intera tenuta dell’impianto normativo che dal 1975 punisce con la reclusione fino a 6 anni chiunque inciti alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. La commissione Giustizia del Senato, infatti, ha approvato un emendamento che renderebbe possibile punire ogni forma di discriminazione prevista dalla legge Mancino solo se fatta “pubblicamente”.

La modifica, già soppressa una prima volta dalla Camera e reintrodotta di nuovo nella commissione Giustizia di Palazzo Madama, scatena le proteste dei deputati Dem con la presidente della commissione Giustizia della Camera Donatella Ferranti in prima fila che parla di “restringimento del campo di applicazione della legge”. “Cosa gravissima – aggiunge – soprattutto in un momento come questo in cui si istiga all’odio razziale” per via dell’ondata migratoria. Se questo emendamento, presentato al testo dal senatore Fi Giacomo Caliendo (ma poi “fatto proprio dalla relatrice Rosaria Capacchione (Pd)”, come precisa Caliendo in risposta alle polemiche Dem) passasse, tutti i processi in corso per atti di discriminazione e istigazione alla violenza razziale cadrebbero. “E questo sarebbe davvero grave”, aggiunge la parlamentare.

La ratio del disegno di legge, si sottolinea alla Camera, era quella di inserire nella Mancino l’aggravante del “negazionismo nei confronti della Shoa” e c’era molta attesa su questo soprattutto da parte della comunità ebraica come dimostra la presenza al Senato del presidente Renzo Gattegna che esprime “grande soddisfazione” per l’introduzione nel nostro ordinamento della norma. Ma una cosa, si sottolinea ancora alla Camera, è l’articolo 3 bis del provvedimento che aggiunge l’aggravante del negazionismo senza toccare nulla dell’impianto della legge Mancino. Altra, è inserire quel “pubblicamente” nell’articolo 3 della legge Mancino che di fatto “ne restringe completamente il campo di applicazione” vanificando ogni procedimento in corso. E anche i tecnici della Camera, quando il Senato provò a cambiare la prima volta la legge, furono chiari sul punto: se si inserisce il “pubblicamente” di fatto si “depenalizzano” le condotte “oggi sanzionate di istigazione per fini discriminatori o di violenza”.