Papa: “Preghiamo per l’unità dell’Europa” – VIDEO –

"Chiamare i peccati col loro nome. Il diavolo vuole che noi viviamo nel grigio, né bianco né nero. Al Signore non piacciono i tiepidi"

Il Santo Padre, nella messa quotidiana in diretta streaming da Casa Santa Marta, ha esordito dicendo “Oggi, 29 aprile, è Santa Caterina da Siena, dottore della Chiesa, patrona d’Europa. Preghiamo per l’unita dell’Europa, per l’unità dell’Unione Europea. Tutti insieme possiamo andare avanti come fratelli”.

L’Omelia

Nell’omelia, scrive Vatican News, il Papa ha commentato la prima Lettera di san Giovanni in cui l’apostolo afferma che Dio è luce e se diciamo di essere in comunione con lui siamo anche in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato. E ammonisce: chi dice di essere senza peccato, inganna se stesso, ma se confessa il suo peccato, Dio lo perdona e lo purifica da ogni iniquità. L’apostolo – osserva Francesco – chiama alla concretezza, alla verità: dice che non possiamo camminare nella luce ed essere nelle tenebre. Peggio è camminare nel grigio, perché ti fa credere che cammini nella luce e questo ti tranquillizza. Il grigio è molto traditore. Il contrario è la concretezza di riconoscere i propri peccati. La verità è concreta, le bugie sono eteree: per questo bisogna confessare i peccati non in modo astratto, ma in modo concreto. Come dice il Vangelo odierno in cui Gesù rende lode al Padre perché ha nascosto il Vangelo ai sapienti e ai dotti e lo ha rivelato ai piccoli. I piccoli – sottolinea il Papa – confessano i peccati in modo semplice, dicono cose concrete perché hanno la semplicità che Dio dona loro. Anche noi dobbiamo essere semplici e concreti e confessare con umiltà e vergogna i nostri peccati concreti. La concretezza ci porta all’umiltà. E il Signore ci perdona: bisogna dare il nome ai peccati. Se siamo astratti nel confessarli, siamo generici, finiamo nelle tenebre. E’ importante – afferma il Papa – avere la libertà di dire al Signore le cose come sono, avere la saggezza della concretezza, perché il diavolo vuole che noi viviamo nel grigio, né bianco né nero. Al Signore non piacciono i tiepidi. È semplice la vita spirituale, ma noi la complichiamo con le sfumature. Chiediamo al Signore – conclude Francesco – la grazia della semplicità, la trasparenza, la grazia della libertà di dire le cose come stanno e di conoscere bene chi siamo davanti a Dio.