Rapporto Invalsi 2023: peggiora il rendimento degli studenti italiani

"E' giusto dire che assistiamo ad un effetto 'long Covid', è una immagine appropriata - ha detto il presidente di Invalsi Roberto Ricci - si fatica a tornare ai livelli pre covid"

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Presentato oggi il Rapporto Invalsi 2023. Le prove Invalsi 2023 hanno coinvolto oltre 1 milione di allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti della scuola secondaria di secondo grado. 

Invalsi, alle medie stop calo rendimento, ma non c’è inversione

Alle scuole medie si è fermato il calo in Italiano e Matematica riscontrato tra il 2019 e il 2021, ma purtroppo non si riscontra ancora un’inversione di tendenza. Gli esiti di Inglese (sia listening sia reading) sono invece in miglioramento. E’ quanto emerge dal Rapporto Invalsi 2023 presentato oggi.

A livello nazionale gli studenti che raggiungono risultati almeno adeguati, ossia in linea con quanto stabilito dalle Indicazioni nazionali, sono: Italiano: 62% (+1 punto percentuale rispetto al 2022, invariato rispetto al 2021), Matematica: 56% (invariato rispetto al 2021 e al 2022), Inglese-reading (A2): 80% (+2 punti percentuali rispetto al 2022, +4 punti percentuali rispetto al 2021), Inglese-listening (A2): 62% (+3 punti percentuali rispetto al 2022, +5 punti percentuali rispetto al 2021 e +11 punti rispetto al 2018, inizio della rilevazione).

Le prove Invalsi 2023 hanno coinvolto oltre 1 milione di allievi della scuola primaria (classe II e classe V), circa 570.000 studenti della scuola secondaria di primo grado (classe III) e più di 1 milione di studenti della scuola secondaria di secondo grado. Nonostante gli elevati numeri di studenti partecipanti, di classi e di scuole coinvolte, le prove si sono svolte regolarmente con tassi di copertura sempre superiori al 95-96%, molto vicini al raggiungimento di tutta la popolazione destinataria delle prove.

Alle elementari un bambino su 3 non sa la matematica

Peggiora il rendimento degli studenti italiani: il confronto nel tempo degli esiti della scuola primaria mostra un indebolimento dei risultati in tutte le discipline sia in II che in V elementare. In II elementare i risultati di Italiano e di Matematica sono più bassi di quelli del 2019 e del 2021 e, sostanzialmente in linea con quelli del 2022. In Matematica 1 bambino su 3 non raggiunge le competenze di base nè in II nè in V. Qui i risultati del 2023 sono più bassi di quelli degli anni precedenti, compreso il 2022, in tutte le discipline, incluso l’Inglese. E’ quanto emerge dal Rapporto Invalsi 2023 presentato oggi.

Il rapporto Invalsi 2023 evidenzia una differenza dei risultati tra scuole e tra classi più accentuata nelle regioni meridionali, specie per quanto riguarda la Matematica e la prova di Listening. Ciò significa – evidenzia l’istituto Invalsi – che la scuola primaria nel Mezzogiorno fatica maggiormente a garantire uguali opportunità a tutti, con evidenti effetti negativi sui gradi scolastici successivi In seconda elementare, in Italiano circa il 69% (era il 72% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Molise, Basilicata e Umbra sono le regioni con quote più elevate di allievi almeno al livello base, la Calabria e la Sicilia quelle con le quote più basse; In Matematica circa il 64% (era il 70% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Molise, Provincia Autonoma di Trento e Basilicata sono le regioni con quote più elevate di allievi almeno al livello base, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna quelle con le quote più basse.

In V elementare in Italiano circa il 74% (era l’80% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Molise, Umbria, Abruzzo e Friuli Venezia Giulia sono le regioni con quote più elevate di allievi almeno al livello base, la Sicilia è quella con la quota più bassa; in Matematica circa il 63% (era il 66% nel 2022) raggiunge almeno il livello base (dalla fascia 3 in su). Umbria, Molise, Provincia Autonoma di Trento e Friuli-Venezia Giulia sono le regioni con quote più elevate di allievi almeno al livello base, la Calabria, la Sicilia e la Sardegna quelle con le quote più basse; anche i risultati d’Inglese sono in calo rispetto al 2022. L’ 87% (era il 94% nel 2022) degli allievi raggiunge il prescritto livello A1 del Qcer nella prova di lettura (reading), mentre nella prova di ascolto (listening) è l’81% di allievi (erano l’85% nel 2022) a raggiungere il prescritto livello A1. Calabria, Sicilia e Sardegna sono le regioni con le quote più elevate di allievi che non raggiungono il livello A1 sia nella prova di Reading sia in quella di Listening.

Al sud solo 50% degli studenti comprende quello che legge

In alcune regioni del Mezzogiorno solo 1 ragazzo su 2 delle scuole medie comprende correttamente quello che legge e addirittura 2 studenti su 3 (il 35-40%) non sono capaci di leggere e comprendere un testo in inglese. E’ quanto emerge dal Rapporto Invalsi 2023 presentato oggi. Si confermano, in parte ampliate, forti evidenze di disuguaglianza di opportunità di apprendimento nelle regioni del Mezzogiorno sia in termini di diversa capacità della scuola di attenuare l’effetto delle differenze socio-economico-culturali sia in termini di differenze tra scuole e, soprattutto, tra classi.

Invalsi, diminuisce la dispersione meno 1% rispetto al 2022

Diminuisce la dispersione scolastica implicita – quella degli studenti che terminano il ciclo di studi scolastico senza possedere le competenze di base necessarie – che si attesta all’8,7%, -1 punto percentuale rispetto al 2022. Nel 2019 la dispersione scolastica implicita si attestava al 7,5%, per salire al 9,8% nel 2021, probabilmente a causa di lunghi periodi di sospensione delle lezioni in presenza. Nel 2022 si era già osservata una leggera inversione di tendenza sia a livello nazionale, passando al 9,7% (‐0,1 punti percentuali). E’ quanto emerge dal Rapporto Invalsi 2023 presentato oggi. Se le prime stime troveranno conferma negli esiti delle prove degli anni futuri, la quota dei giovani tra i 18 e i 24 anni che abbandonano prematuramente l’istruzione e la formazione senza aver conseguito titoli di studio superiori alla secondaria di secondo grado o qualifiche professionali con corsi con durata di almeno due anni sembra avvicinarsi al traguardo prescritto dal Pnrr alla fine del 2025, il 10,2%. Il calo maggiore della dispersione scolastica implicita si registra in Calabria (-5 punti percentuali), in Puglia (-2,9 punti percentuali), Sardegna (-2,8 punti percentuali) e Sicilia (-2,4 punti percentuali).

Tuttavia, le differenze assolute a livello territoriale rimangano molto elevate: Campania (19%), Sardegna (15,9 %), Sicilia (13,6%), Calabria (13 %) e Basilicata (10,6 %). “La dispersione scolastica implicita tende a ridursi e questo ci fa molto piacere – commenta il presidente di Invalsi, Roberto Ricci – il cammino è ancora lungo ma il calo è interessante. La fragilità negli istituti professionali è più forte ma ci sono eccezioni molto interessanti come a Trento e Bolzano dove abbiamo quote rilevanti di allievi ai livelli più alti anche nell’istruzione professionale”.

Invalsi ha anche calcolato che quest’anno sono arrivati a fare la maturità il 72% dei ragazzi che nel 2018 avevano fatto la prova di terza media, pari a 553 mila licenziati. “E dunque il 72% sono regolari negli studi, il 10,8% sono a scuola ma non al V anno (al quarto o negli anni precedenti), circa 57 mila sono dispersi, 27 mila si trovano nella formazione professionale, 8 mila sono emigrati, di 362 non si hanno informazioni per capire dove possano essere inseriti. La stima dei dispersi, pari al 10,4%, è molto vicina al traguardo posto dal Pnrr che lo fissa al 10,2%; è presto per cantare vittoria ma è comunque una buona notizia”, conclude il presidente Ricci.

Un maturando su 2 non capisce cosa legge e non sa matematica

Metà dei giovani che termina le scuole superiori non è in grado di comprendere quello che legge (solo il 51% degli studenti -1 punto rispetto al 2022 raggiunge almeno il livello base, con un divario tra Nord e Sud che raggiunge la quota di ben 23 punti percentuali; in Matematica il 50% degli studenti (invariato rispetto al 2022) raggiunge almeno il livello base con un divario tra le aree del Paese che raggiunge i 31 punti, anche se c’è un leggero progresso al Sud e nelle Isole. In Inglese il 54% degli studenti raggiunge il B2 nella prova di reading (+2% rispetto al 2022) e il 41% in quella di listening (+3% sul 2022 e + 6% dal 2019).

“E’ giusto dire che assistiamo ad un effetto ‘long Covid’, è una immagine appropriata – ha detto il presidente di Invalsi Roberto Ricci – si fatica a tornare ai livelli pre covid. Gli apprendimenti sono un continuum, se si inseriscono discontinuità questo finisce per avere un peso”.

Fonte: Ansa