Ucraina, Onu: “Fu un missile russo a provocare la strage di Hroza”

"Ci sono motivi ragionevoli per concludere che l''attacco missilistico che il 5 ottobre ha ucciso 59 persone in un bar nel villaggio ucraino di Hroza sia stato lanciato dalla Russia": così la portavoce dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani Liz Throssell

Raid Ucraina
Foto di Craig Manners su Unsplash

Fu un missile russo a provocare la strage nella città Hroza: l’esplosione uccise lo scorso 5 ottobre 59 persone in un bar cittadino. Lo segnala oggi la portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani Liz Throssell.

Ucraina, Onu: “Fu un missile russo a provocare la strage di Hroza”

Ci sono “motivi ragionevoli” per concludere che l”attacco missilistico che il 5 ottobre ha ucciso 59 persone in un bar nel villaggio ucraino di Hroza sia stato lanciato dalla Russia. Lo ha segnalato oggi a Ginevra la portavoce dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani Liz Throssell, riferisce Reuter sul suo sito web. I risultati di due missioni conoscitive effettuate a Hroza dall’ufficio per i diritti umani sono contenuti in un rapporto diffuso oggi, realizzato sulla base di interviste a 35 persone, fra le quali residenti, testimoni, due sopravvissuti all’attacco, personale medico e dipendenti dell’obitorio.

“Oggi pubblichiamo un rapporto sugli eventi del 5 ottobre in cui si conclude che ci sono fondati motivi per ritenere che il missile sia stato lanciato dalle forze armate russe”, ha detto Throssell. “Al momento dell’attacco, non c’era alcuna indicazione della presenza di personale militare o di qualsiasi altro obiettivo militare legittimo nel bar o nelle sue vicinanze”, ha aggiunto. L’attacco è avvenuto verso le 13:15 ora locale, nel paesino che si trova nel distretto di Kupiansk, a 35 km dalla linea del fronte.

Il missile russo Iskander-M. ha colpito il bar dove in quel momento almeno 60 persone si erano radunate per un pranzo dopo la sepoltura di un soldato ucraino caduto in guerra. Il rapporto conferma che le 59 persone uccise – 36 donne, 22 uomini e un bambino di otto anni – erano tutti civili, presenti al ricevimento dopo il funerale. In molti casi, l’identificazione si è basata sul test del Dna dei resti. “Il rapporto rileva che le forze armate russe non hanno fatto tutto il possibile per verificare che il bersaglio fosse un obiettivo militare, oppure hanno deliberatamente preso di mira civili o oggetti civili. Entrambi gli scenari costituirebbero una violazione del diritto umanitario internazionale”, ha affermato l’ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite in una nota. L’Onu ha esortato la Federazione Russa “a condurre un’indagine completa e trasparente per chiedere conto ai responsabili e adottare misure per impedire che attacchi simili si ripetano in futuro”, si legge nel comunicato stampa.

Fonte: Ansa