“Dreaming Team”: la squadra che fa sognare i bambini di Varese

L'intervista di Interris.it a Ivan Papaleo, fondatore del "Dreaming Team", una realtà che a Varese favorisce l'inclusione dei bambini attraverso lo sport

A sx (© Karolina Grabowska da Pixabay), a dx “Dreaming Team” (© Ivan Papaleo)

In Italia, secondo gli ultimi dati disponibili, ad oggi, oltre un milione di minori, ovvero il 10% del totale, vive in condizioni di povertà assoluta. Questi bambini, a causa delle difficili condizioni economiche in cui versano le loro famiglie, sono spesso costretti a vivere senza i servizi adeguati e privi delle opportunità che altri loro coetanei dispongono, tra cui la pratica di attività sportiva.

Il valore dello sport

Lo sport, soprattutto per i bambini, grazie alle attività di squadra e l’esercizio fisico, rappresenta un’attività fondamentale per favorire il processo di crescita, indipendentemente dalla condizione sociale ed economica di ognuno. Interris.it, su questa tematica e sul valore dello sport quale strumento di inclusione e uguaglianza per i più giovani, ha intervistato Ivan Papaleo, fondatore de “La Casa del Giocattolo Solidale”, associazione che si occupa di distribuire giochi e materiale scolastico ai bambini meno fortunati e ideatore del “Dreaming Team”, una realtà che consente la pratica dello sport ai bambini meno fortunati.

“Dreaming Team” (© Ivan Papaleo)

L’intervista

Come nasce e che obiettivi ha il “Dreaming Team”?

“Il ‘Dreaming Team’, ovvero ‘la squadra che sogna’, è nata con l’idea di sostenere il diritto allo sport. Noi, in qualità di ‘Casa del giocattolo solidale’, ci occupiamo dei diritti dei bambini che supportiamo attraverso diverse iniziative, come ad esempio il doposcuola solidale, i laboratori di arte e di musica, le attività ludiche e un campo estivo. Quest’anno abbiamo fatto anche una vacanza solidale che abbiamo donato a trenta bambini. Inoltre, ci occupiamo del diritto allo studio e al gioco, un elemento fondamentale per la crescita serena del bambino, ma mancava il diritto allo sport. Abbiamo quindi deciso di creare questa squadra che, in forma totalmente gratuita, desse la possibilità di fare sport a quei bambini che, mai o quasi, hanno avuto la possibilità di praticarlo. Pertanto, abbiamo chiesto al comune di Varese, la possibilità di poter usufruire di una palestra all’interno di una scuola sul territorio e ci è stata concessa. Ci alleniamo presso la scuola ‘Mazzini’, ubicata in centro e, quest’anno, abbiamo due gruppi: uno dedicato ai bambini più piccoli, dai cinque ai sette anni e un altro dagli otto ai dodici. In totale ci sono trenta bambini, provenienti da diverse situazioni di fragilità e da ogni parte del mondo, ovvero da Perù, Senegal, Pakistan, Sri Lanka e Ucraina. Siamo una squadra veramente internazionale”.

In che modo, in base alla vostra esperienza, lo sport favorisce l’inclusione e il benessere dei bambini?

“Lo sport è un elemento di primaria importanza per la crescita serena e sana dei bambini. Purtroppo, però, ad oggi, la pratica dell’attività sportiva ha un costo anche per i più piccoli. Noi cerchiamo di superare questo scoglio per le famiglie che hanno altre priorità, come quella di mettere un piatto caldo a tavola, o pagare l’affitto, le bollette e, di conseguenza non hanno le possibilità per sostenere le spese per l’attività sportiva dei loro figli. Stare in un gruppo e fare squadra porta loro un vitale beneficio e quindi siamo attivi su questo versante”.

Quali sono i vostri auspici per il futuro? In che modo, chi lo desidera, può aiutare la vostra azione di inclusione attraverso lo sport?

“La nostra volontà, in sinergia con gli amici del Gruppo Alpini di Varese che ci stanno dando un sostegno importante per le attività di questa squadra, è quella di poter offrire ai bambini l’opportunità di praticare uno sport anche quando diventeranno adolescenti. Vorremo quindi trovare dei collaboratori ed uno sostegno a questo progetto, al fine di creare una squadra per fasce d’età più alte. Ciò ci permetterebbe di non vanificare l’opera svolta in questi anni. Chi desidera aiutarci può sostenere la ‘Casa del giocattolo solidale’ in varie forme: attraverso le classiche donazioni ma, l’elemento che più ci piace è il coinvolgimento di altre persone e realtà per sviluppare sempre di più questo e altri progetti. L’auspicio è di ampliare l’offerta sportiva attraverso la collaborazione con società operanti in altri sport, che possano ospitare uno o due bambini in forma gratuita o in condizione vantaggiose, per dare un’opportunità di inclusione a coloro che, purtroppo, non possono averla”.