Autostrade: qualcuno dovrà pur dare qualche spiegazione

Ecco che riesplode la polemica su autostrade, dopo un relativo silenzio durato il tempo che è passato dal crollo che ci fu due anni fa del ponte Morandi a Genova fino ai giorni nostri. A dare fuoco alle micce delle nuove polemiche, la richiesta rassegnata al Governo di una garanzia per due miliardi di prestito, di cui 1,2 ad Autostrade. Proprio venerdì scorso, in uno straordinario consiglio di amministrazione di Atlantia, si è fatto sapere che se non venisse concessa la garanzia pubblica sul prestito, si sarebbero ben presto bloccati gli investimenti e fatto causa allo Stato. I ben informati dicono che è stata una reazione alle parole pronunciate dal sottosegretario allo sviluppo Stefano Buffagni, che ha avuto modo di dire che la garanzia il governo non dovrà concederla. Ma pare che questa è stata una reazione a ‘carambola’ sulla modifica contrattuale di grande importanza, contenuta nel dl milleproroghe già varato recentemente dal governo, che ha eliminato l’indennizzo miliardario da corrispondere alle imprese che gestiscono le autostrade nel caso di revoca delle concessioni.

Sappiamo tutti che ci sono stati grossi problemi sollevati circa le condizioni contrattuali pattuite nel tempo a favore di queste imprese, di pedaggi molto esosi per gli automobilisti, di manutenzioni spesso insufficienti e a volte in contrasto con le regole delle concessioni. Questa situazione ha portato i 5 stelle e non solo, ad annunciare la possibile revoca delle condizioni in atto, ritenute troppo favorevoli per le imprese ma non per gli utenti. La rimozione del mega indennizzo con il dl milleproroghe, ha fatto cessare remore e timori ad interrompere le concessioni, per il costo esorbitante previsto per la ‘buona uscita’. Comunque, questa situazione non potrà protrarsi ancora a lungo, tenendo conto del malumore presente nella pubblica opinione per la palese confusione esistente sulle condizione di Autostrade italiane.

Mi chiedo allora del perché si tarda ancora a decidere il da farsi. Credo che due possono essere le situazioni di uscita da questa annosa vicenda: o si rinnovano le concessioni con nuove e trasparenti condizioni, oppure si esce da questa esperienza di affidare la gestione solo a privati e si va per strade nuove. Il dibattito nel paese è davvero strano: spesso si parla di nazionalizzare questa o quella azienda privata che opera in un regime classico di mercato, ma poi in un ‘monopolio naturale’ come sono le attività autostradali dove non ci può essere una concorrenza di mercato, si glissa o si parla d’altro. Qualcuno qualche giorno dovrà pure dare spiegazioni.