E’ morto Martin Landau, icona di “Spazio 1999” e premio Oscar per “Ed Wood”

A poche ore dalla scomparsa del grande regista George Romero, il mondo del cinema si ferma per rivolgere un ultimo saluto a un’altra grande stella della Hollywood che fu: Martin Landau, scomparso a Los Angeles il 15 luglio. Sguardo magnetico e penetrante, dotato di una capacità espressiva fuori del comune, l’attore newyorkese, classe 1928, si era ritagliato un posto importante nel parterre delle star di Los Angeles grazie alla sua partecipazione a film di successo, guadagnandosi una popolarità arrivata forse più tardi di quanto avrebbe meritato. Una carriera, la sua, iniziata nel lontano 1955 quando, assieme a un altro futuro pezzo da 90 come Steve McQueen, riuscì a entrare nel prestigioso laboratorio Actors Studio, fondato da Elia Kazan nel 1947 ma già allora presieduto dallo storico direttore Lee Strasberg.

Verso il successo

Aveva 89 anni Martin Landau e, alle spalle, una lunghissima e (solo a fasi alterne) prolifica carriera sul grande schermo. Infatti, per ironia della sorte, il suo volto verrà identificato per lungo tempo con quello del mitico comandante John Koenig nella storica serie “Spazio 1999”, girata fra il 1975 e il 1977, nel pieno boom del filone fantascientifico che, proprio nel 1977, avrebbe visto la sua massima espressione con il primo film del franchise “Guerre stellari”. Da ricordare anche il ruolo di Rollin Hand nel telefilm “Mission impossible” (1966-1973), girato al fianco della moglie Barbara Bain. Nel frattempo, però, il suo curriculum relativo alle settima arte si era arricchito con la partecipazione a pellicole di rilievo come il kolossal biblico “La più grande storia mai raccontata” (1965) e, ancora giovanissimo, “Intrigo internazionale” di Alfred Hitchcock (1959), al fianco di una star come Cary Grant. Eppure, fino alla fine degli anni ’80, la carriera di Landau non conoscerà un vero e proprio decollo, impantanandosi in film minori e lontani dai fasti della Hollywood dei primi anni di attività. L’occasione giusta, però, arriva proprio grazie a uno dei registi più famosi e in voga della Città degli angeli: è Francis Ford Coppola, infatti, a scritturarlo nel 1988, ormai sessantenne, per il ruolo di Abe Karatz nel film “Tucker – Un uomo e il suo sogno”, per il quale riceverà una nomination all’Oscar come Migliore attore non protagonista.

“Ed Wood” e il premio Oscar

Il successo e la candidatura non sono che il preludio alla definitiva consacrazione che, a distanza di sette anni (1994), arriverà con la pellicola “Ed Wood”, diretta dall’allora emergente Tim Burton e dedicata alla vita del regista passato alla storia come “il peggiore di tutti i tempi”. A Landau va la parte di Bela Lugosi, il celebre ex attore ungherse noto per aver prestato il volto al Conte Dracula nei primi film dedicati al personaggio di Bram Stoker e legato a Wood da un’amicizia profonda nonché da un sodalizio artistico prolungato. E, con l’interpretazione del grande attore, Landau stavolta fa centro, guadagnandosi il suo primo Oscar al Miglior attore non protagonista all’età di 67 anni. Un riconoscimento importante per un attore che, con umiltà e pazienza, è stato capace di aspettare la sua occasione.