I terroristi volevano far saltare in aria la Sagrada Familia

L’obiettivo della cellula jihadista che ha colpito giovedì sulle Ramblas era la Sagrada Familia, la chiesa di Antoni Gaudì. A questo sarebbero serviti i tre tre furgoni carichi di esplosivo Tatp e di bombole di gas: per distruggere la Sagrada Familia, il simbolo di Barcellona. Lo sostiene El Confidencial citando fonti delle indagini. Il piano sarebbe cambiato in seguito all’esplosione avvenuta ad Alcanar mentre i terroristi confezionavano i loro ordigni.

Ritrovato Julian

Dalla scia di dolore lasciata dai terroristi sulle Ramblas di Barcellona arriva almeno una buona notizia: è sano e salvo il piccolo Julian Cadman, il bambino australiano di 7 anni dato per disperso. E’ ricoverato in un ospedale della città catalana. La polizia ha precisato che i movimenti del piccolo sono stati sempre sotto controllo e il padre è stato informato sin dal primo momento. A causa dell’età, non sono stati diffusi particolari sul suo stato di salute, riferisce La Vanguardia. Julian era sulle Ramblas con la madre, rimasta gravemente ferita nell’attacco. La donna, una filippina, è in condizioni stabili.

I reali dai feriti

I reali di Spagna, Felipe e Donna Letizia, hanno visitato a Barcellona i due ospedali in cui sono ancora ricoverati 50 feriti negli attentati sulle Ramblas e a Cambrils. I due sovrani, accompagnati dal ministro della Salute, Dolors Montserrat, hanno portato la loro solidarietà prima all’Hospital del Mar e successivamente al Santa Creu i Sant Pau. Venerdì Felipe IV aveva partecipato al minuto di silenzio osservato in Plaza Catalunya, poco distante dal luogo dell’attacco. Il sovrano ha ribadito ai cronisti che “non abbiamo paura e mai l’avremo” davanti al terrorismo. “Questo attentato codardo – ha aggiunto – non ci vincerà, non distruggerà i nostri valori, né la nostra democrazia o il nostro appoggio ai diritti umani”.

Le indagini

E’ polemica, intanto, tra Madrid e Barcellona. Il governo centrale aveva affermato che la cellula jihadista che ha colpito le Ramblas e Cambrils è stata smantellata ma il ministro dell’Interno catalano Joaquim Forn lo ha smentito e ha precisato che sono ancora ricercate “due o tre persone” legate agli attacchi, secondo quanto riferisce El Pais. Tra l’altro, non è ancora chiaro se esista un collegamento (per ora negato dalla polizia) con l’omicidio del 34enne Pau Perez, trovato morto per una coltellata nell’auto che giovedì pomeriggio ha forzato il posto di blocco sulla Diagonal ed è stata poi abbandonata vicino all’edificio Walden di Sant Just Desvern. C’è il sospetto che possa essere stato uno dei terroristi ad impossessarsi dell’auto, una Ford Focus, uccidendo il conducente, per poi darsi alla fuga a piedi. Intanto l’Europol sta indagando per capire se ci siano connessioni tra gli attacchi in Catalogna e quello a Turku, in Finlandia.