Buon compleanno Servo di Dio don Oreste Benzi, apostolo degli ultimi

Don Oreste Benzi, di cui oggi ricorre il 98° anniversario della nascita, è noto per essere stato stato il prete degli ultimi, “infaticabile apostolo della carità” come lo definì Benedetto XVI

Don Oreste Benzi

Don Oreste Benzi, di cui oggi ricorre il 98° anniversario della nascita, è noto per essere stato stato il prete degli ultimi, “infaticabile apostolo della carità” come lo definì Benedetto XVI. Iniziò il suo apostolato con i giovani pre-adolescenti, una scelta pedagogica precisa perché – ripeteva – “è in quell’età che si fissano i valori di una persona per tutta la vita”. A loro proponeva un “incontro simpatico con Cristo”, concretamente organizzava campi di condivisione sulle dolomiti, ad Alba di Canazei.

Si partiva da Rimini, quindi a Bologna si caricavano le persone disabili che vivevano negli istituti – gli spastici come si diceva allora – e poi tutti sulle alte vette a godere di panorami mozzafiato. Per ogni persona in carrozzina c’erano due ragazzi che lo aiutavano. Straordinari momenti in cui i giovani si mettevano in gioco, si aprivano alla relazione con gli altri, in aiuto dei più fragili. Attraverso l’ammirazione del Creato, l’incontro con gli altri e le catechesi di don Oreste imparavano a vivere la relazione col Signore.

Fu solo qualche anno dopo che don Benzi incontrò una persona che viveva in estrema miseria, in una casa fatiscente, che gli chiese: “Portami a casa”. Fu la svolta. Quell’appello, quel grido tormentò don Oreste fintanto che non aprì, nel luglio 1973, 50 anni fa, sulle colline di Rimini, la prima casa famiglia. Non si trattò solo di un’ennesima struttura residenziale, bensì di un nuovo modo di approcciarsi alla povertà: la condivisione diretta della vita con gli ultimi, dove l’aggettivo “diretta” fa la differenza.

“Dove siamo noi, lì anche loro” ripeteva. Concretamente questo significava che i poveri si portavano in casa, perché oltre a mangiare, a pulirsi, a vestirsi, i poveri avevano fame di relazione, di famiglia. Questa fu la rivoluzione di don Benzi, dare una famiglia a chi non l’aveva. Da qui il termine casa famiglia. Lo ha spiegato bene Papa Francesco quando, lo scorso gennaio, ha ricevuto in udienza i bambini della Comunità Papa Giovanni XXIII. “Grazie a don Oreste Benzi per aver dato vita alle case famiglia. – ha detto il Santo Padre in quell’occasione – La famiglia è il luogo dove curare tutti, sia le persone accolte che quelle accoglienti, perché è la risposta al bisogno innato di relazione che ha ogni persona”.

Agosto 1979 – Messa in spiaggia durante campeggi al mare a Rimini (Fondazione don Oreste Benzi)

La condivisione “diretta” della vita rappresenta quindi una sorta di metodologia, un modo di relazionarsi con i più poveri senza mediazioni, “mettere la spalla sotto la croce degli ultimi”, per usare le sue parole. Una metodologia che il sacerdote riminese applicò in tutti i campi della marginalità sociale: disabili, minori senza famiglia, tossicodipendenti, carcerati, vittime di tratta per la prostituzione, senza fissa dimora. Per tutti i poveri don Benzi ha dato sempre la stessa risposta: la famiglia. Dove è necessario una vera e propria famiglia con un papà ed una mamma, in altre situazioni un ambiente di tipo familiare. Un metodo semplice ed universale, tanto che il carisma di don Benzi oggi è diffuso in 42 paesi nei 5 continenti.

Foto ©Apg23

San Francesco ai suoi ripeteva che “a volte per evangelizzare si potevano usare anche le parole”, don Benzi spiegava che “il bene si comunica per trapianto vitale”. Insomma non servono molte parole per amare l’altro, in particolare il più fragile, e così incontrare il Signore. Se vedete un papà o una mamma accudire un bimbo gravemente disabile, un volontario portare conforto a chi è sdraiato nelle stazioni, un gruppetto di perone che invita le donne che si prostituiscono a lasciare la strada, allora lì c’è il carisma di don Benzi, che lo Spirito ha donato a quel sacerdote e che oggi soffia dove vuole. Certamente oltre i confini della Comunità che ha fondato, la Papa Giovanni XXIII, dato che oggi sono numerosissime in tutt’Italia le esperienze ispirate da questo carisma. Innumerevoli case famiglia, le unità di strada per i senzatetto e quelle per le donne vittime di tratta presenti in quasi tutti i capoluoghi, le comunità terapeutiche, le cooperative sociali per dare lavoro ai disabili e alle persone in difficoltà. Tutte opere sociali che oggi diamo per scontate, ma occorre ricordare che sono il frutto delle battaglie di tante persone. E don Oreste Benzi, in queste battaglie, è stato sempre in prima fila.