Minorenni, vulnerabili e senza voce: il messaggio del Pontefice per la Giornata del Migrante

I minori sono al centro del messaggio scritto da Papa Francesco per la prossima Giornata dei Migranti, che si celebrerà il prossimo 15 gennaio. Un testo che sottolinea ancora una volta la necessità di accogliere e integrare chi fugge da guerre, persecuzioni e miseria ma anche il diritto degli Stati a gestire i flussi e salvaguardare gli interessi nazionali, con l’obbligo di chi è accolto a rispettare e collaborare con i Paesi di approdo.

“Migranti minorenni, vulnerabili e senza voce” è il titolo del messaggio che parte da una riflessione sulla necessità di accogliere i più piccoli che trova le sue motivazioni nel Vangelo. Così come nel Vangelo è contenuto il monito a non scandalizzare i bambini. Il S. Padre, pertanto, sollecita “tutti a prendersi cura dei fanciulli che sono tre volte indifesi perché minori, perché stranieri e perché inermi”.

Il Pontefice, nell’analizzare un fenomeno che ormai è una “questione mondiale” ribadisce che “sono in primo luogo i minori a pagare i costi gravosi dell’emigrazione, provocata quasi sempre dalla violenza, dalla miseria e dalle condizioni ambientali, fattori ai quali si associa anche la globalizzazione nei suoi aspetti negativi”. E ricorda alcuni diritti fondamentali dei bambini: quello “ad un ambiente familiare sano e protetto dove poter crescere sotto la guida e l’esempio di un papà e di una mamma; poi, il diritto-dovere a ricevere un’educazione adeguata” e non ultimo quello a “giocare e a fare attività ricreative, hanno diritto insomma ad essere bambini”. E invece, tra i migranti i bambini sono proprio i più vulnerabili: il Papa li definisce “invisibili e senza voce”.

Come affrontare una tale situazione? Con sano realismo, il Pontefice non si nasconde “le problematiche e, spesso, i drammi e le tragedie delle migrazioni, come pure le difficoltà connesse all’accoglienza”. Ma ricorda anche che per la comunità cristiana “nessuno è straniero” e “ognuno è prezioso”. Per questo è necessario “ puntare sulla protezione, sull’integrazione e su soluzioni durature”.

Chiedendo “protezione e difesa”, Francesco ha citato il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata dei Migranti del 2008: “questi ragazzi e ragazze finiscono spesso in strada abbandonati a sé stessi e preda di sfruttatori senza scrupoli che, più di qualche volta, li trasformano in oggetto di violenza fisica, morale e sessuale”. E ha aggiunto che “la spinta più potente allo sfruttamento e all’abuso dei bambini viene dalla domanda. Se non si trova il modo di intervenire con maggiore rigore ed efficacia nei confronti degli approfittatori, non potranno essere fermate le molteplici forme di schiavitù di cui sono vittime i minori”. Anche gli immigrati, in questo senso, sono chiamati a fare la loro parte collaborando “sempre più strettamente con le comunità che li accolgono”.

Quanto all‘integrazione, il Papa ha ricordato che “molto spesso, la scarsità di risorse finanziarie diventa impedimento all’adozione di adeguate politiche di accoglienza, di assistenza e di inclusione. Di conseguenza (…) si cerca solo di impedire il loro ingresso, favorendo così il ricorso a reti illegali; oppure essi vengono rimandati nel Paese d’origine senza assicurarsi che ciò corrisponda al loro effettivo “interesse superiore”. Invece secondo Francesco “il diritto degli Stati a gestire i flussi migratori e a salvaguardare il bene comune nazionale deve coniugarsi con il dovere di risolvere e di regolarizzare la posizione dei migranti minorenni, nel pieno rispetto della loro dignità”. Resta comunque “fondamentale l’adozione di adeguate procedure nazionali e di piani di cooperazione concordati tra i Paesi d’origine e quelli d’accoglienza, in vista dell’eliminazione delle cause dell’emigrazione forzata dei minori”.

Infine è necessario trovare “soluzioni durature”, affrontando la questione “alla radice”. Questo significa in primo luogo che “è assolutamente necessario affrontare nei Paesi d’origine le cause che provocano le migrazioni” con un “impegno dell’intera Comunità internazionale ad estinguere i conflitti e le violenze che costringono le persone alla fuga”. In secondo luogo occorre “prevedere programmi adeguati per le aree colpite da più gravi ingiustizie e instabilità, affinché a tutti sia garantito l’accesso allo sviluppo autentico, che promuova il bene di bambini e bambine, speranze dell’umanità”.