Sanders vince le primarie dem in New Hamsphire

Passa dal New Hampshire la seconda tappa delle primarie del Partito democratico americano dove, dopo i controversi caucus dell'Iowa, per una volta poco indicativi sulla corsa verso la Casa Bianca. Bernie Sanders ha vinto (di poco) le primarie del New Hampshire. E' quanto emerge dalle proiezioni di diversi media americani quando sono stati scrutinati quasi tutti i voti. Secondo è Pete Buttigieg. “È l'inizio della fine per Donald Trump” ha esultato il candidato 'socialista' alle primarie democratiche che si è imposto di misura su Buttigieg. Il 78enne Sanders ha vinto il voto popolare ma in termini di delegati dello Stato è finito alla pari con Buttigieg: ne hanno conquistati 8 ciascuno mentre a Kobluchar sono andati i restanti 6. Un risultato clamoroso considerando che Buttigieg era praticamente uno sconosciuto fino a 12 mesi fa mentre Sanders aveva vinto le primarie del New Hampshire anche nel 2016, ma con il 60% dei consensi, contro l'attuale 26% circa.

I dati

Il senatore del Vermont era il grande favorito ma Pete Buttigieg gli è arrivato molto vicino. Infatti, con lo scrutinio arrivato all’89%, Sanders è avanti col 25,8 per cento seguito da Pete Buttigieg con il 24,1 per cento e da Amy Klobuchar col 19,8 per cento. Dietro di loro, con un largo distacco, ci sono Elizabeth Warren e Joe Biden. I risultati di Sanders e Buttigieg erano stati previsti dai sondaggi, seppure non con un distacco così ridotto; Klobuchar ha molto superato le aspettative, mentre Warren e Biden le hanno deluse. I primi dati percentuali segnavano, con il 10% dei voti scrutinati, una forchetta di 4-5 punti percentuali, con il senatore del Vermont dato al 27,7% e l'ex sindaco di South Bend al 22,4%, incalzato da Amy Klobuchar in risalita (20,9%). Altro flop, invece, sia per Joe Biden che per Elizabeth Warren, rispettivamente quinto (8,6%) e quarta (9,7%), segno evidente di primarie orientate verso un dualismo ben preciso a discapito dei leader dati per favoriti alla vigilia. New Hampshire amaro anche per Tom Steyer, Tulsi Gabbard e l'imprenditore Andrew Yang, tutti a oscillare attorno al 3%. Visti i pessimi risultati, l'imprenditore Andrew Yang, il senatore del Colorado Michael Bennet e l'ex governatore del Massachusetts Deval Patrick hanno annunciato il ritiro dalla corsa. Per l'incoronazione del partito dell'Asinello servono 1.991 delegati. Al momento, la classifica generale vede Buttigieg in testa con 23 delegati, seguito da Sanders con 21, Warren con 8, Klobuchar con 7 e Biden fanalino di coda con 6.

Strategia Biden

Con Sanders e Buttigieg che puntano a spartirsi la gloria sul filo dei voti, Biden sembra non aver accusato più di tanto il colpo, tanto da volare già in Carolina del Sud a voto in corso, come a dire che sugli elettori del New Hampshire grande affidamento non lo aveva mai fatto. L'ex vicepresidente, infatti, starebbe puntando a giocarsi tutto fra Nevada e proprio la Carolina del Sud, anche considerando la natura oscillante dello Stato di Concord, che nel 2016 regalò il primo successo elettorale della campagna di Donald Trump per poi schierarsi con Hillary Clinton alle elezioni generali.

Diverbio Trump-Bloomberg

Così come in Iowa, si defila il Tycoon Michael Bloomberg, che ha già fatto capire di puntare tutto sul Super Tuesday del 3 marzo prossimo e, soprattutto, di voler sfidare il rivale Trump sul suo terreno. Mentre si aprivano le urne in New Hampshire, infatti, Bloomberg e il presidente hanno dato vita a un diverbio via Twitter sulla questione “stop and frisk”, la controversa pratica di perquisizione che mise in atto il miliardario bostoniano all'epoca del suo mandato come sindaco di New York. Trump è arrivato a dare del “razzista totale” all'avversario, salvo cancellare il tweet, non abbastanza rapidamente però affinché sfuggisse a Bloomberg: “Non fare errori presidente – ha commentato l’ex sindaco di New York -. Non ho paura di te e non consentirò che bullizzi me o chiunque altro in America. Tra ora e novembre farò di tutto per sconfiggerti, che io sia nella scheda o meno”.