E’ morto Sam Shepard: attore e commediografo, narratore del nostro tempo

Sguardo attento e penetrante, nel pieno rispetto dei canoni teatrali del dramma, abilità di sceneggiatore e di attore perfettamente mescolate in un’unica figura di artista perfettamente incarnato nel proprio tempo: Sam Shepard è stato un autore e interprete estremamente raffinato, dotato di notevole fascino ed eleganza, capace di spaziare indifferentemente dal cinema al teatro fino alle serie tv. Il commediografo, come riportato dal “Broadway World”, è morto a 73 anni, nella sua casa di Midway, nel Kentucky, dopo il progressivo aggravarsi della sclerosi laterale amiotrofica che da tempo lo affliggeva. Con lui se ne va uno scrittore brillante, vincitore di un Premio Pulitzer nel 1979 con la commedia “Buried Child”, la più nota di una lunghissima serie di testi colti e diretti, spesso sconfinanti nel topos del sogno infranto, composto dai frammenti di un mosaico costruito sugli aspetti peculiari dell’America contemporanea.

Attore e scrittore

Membro della “Theatre Hall of Fame” dal 1994, sono rimaste memorabili anche le sue interpretazioni cinematografiche, come nelle pellicole “I giorni del cielo” di Terrence Malick (1978), “Black Hawk Down” di Ridley Scott o “L’assassino di Jesse James per mano del codardo Robert Ford”, di Andrew Dominik ma anche in “Passioni violente” o il più recente “I segreti di Osage County”, del 2013, bilanciando alla perfezione le carriere di attore, scrittore e sceneggiatore, dotato di versatilità e capacità di analisi approfondita, nei cui scritti si evidenzia lo spegnimento dell’illusione.

Shepard e il presente

Oltre 40 scritti teatrali, decine di interpretazioni nel campo della settima arte, significative esperienze in qualità di sceneggiatore in film come “Non bussare alla mia porta” di Wim Winders (2005), con Shepard se ne va una figura dotata di straordinario senso critico, di quelli in grado di scandagliare in profondità il senso del tempo presente palesandolo in tutte le sue contraddizioni, senza dimenticare un tono di delusione nei confronti di quella società che, avviata verso il cambiamento, dimentica di realizzare ciò che prometteva di creare.