Bancarotta per Brooks Brothers: Erede Luxottica valuta la vendita

Il Covid-19 fa crollare Il tempio della camicia newyorkese

brooks brothers

L’iconico marchio di Wall Street è stato fondato nel 1818 da Henry Sands Brooks. La pecora sorretta da un nastro, suo celeberrimo logo, fa riferimento alla mitologia greca e all’antico commercio navale della lana. Si narra che Abramo Lincoln, nella notte del suo assassinio, indossava una marsina di tale marchio, sulla cui fodera erano ricamati un’aquila e il motto: “Una Nazione, un Destino”.  Brooks Brothers si è imposta come pioniera nella manifattura di camicie già pronte. Ha vestito non solo Presidenti americani, ma anche  buona parte dei banchieri di Wall Street.  In Italia, la loro camicia botton down è stata resa popolare da Gianni Agnelli, che la indossava con la cravatta e le alette sbottonate, subito imitato dagli esponenti della borghesia italiana.

I passaggi di proprietà

Venne acquistata nel 1988 dalla catena retail inglese, Marks and Spencer Group PLC per poi essere venduta nel 2001 a Retail Brand Alliance Inc., società controllata da Claudio Del Vecchio, figlio di Leonardo fondatore di Luxottica. Del Vecchio jr. ha portato il marchio in tutto il mondo e oggi è presente in circa 70 Paesi.

La crisi di Brooks Brothers

Il loro portavoce ha dichiarato: “Nell’ultimo anno il consiglio di amministrazione, la leadership e gli advisor finanziari e legali hanno continuato a valutare varie opzioni strategiche per posizionare la società per successi futuri, inclusa una potenziale vendita delle attività”. La pandemia ha contribuito, inoltre, ad aggravare  la loro situazione di crisi che durava da un po’ a causa di una clientela orientata sempre più verso un abbigliamento  casual.  Si sono visti, così, costretti a fare ricorso al Chapter 11 nello Stato del Delaware, la norma della legge fallimentare statunitense assistita. Già lo  scorso anno, secondo alcune indiscrezioni,  la proprietà aveva incaricato la banca PJ Solomon di verificare la possibilità di vendere il marchio, ma senza successo. L’azienda  procederà alla chiusura di 3 stabilimenti entro il prossimo 15 agosto. In precedenza, aveva già deciso di chiudere 51 negozi a causa della crisi.