Rigorosamente Napoli: la Juve si arrende dal dischetto

Decide nel finale di gara un rigore trasformato da Raspadori. Bologna sempre più da Champions

Napoli Juventus
Foto © Daniele Buffa/Image Sport

Una giornata pazzesca, in testa, come in coda dove il veleno colpisce al momento opportuno e disegna una corsa salvezza da brividi. Davanti, in attesa di Inter-Genoa di domani, la Juve cede a Napoli e resta a -12 dai nerazzurri che domani sera possono allungare ulteriormente. Bianconeri adesso tallonati dal Milan a -1 dopo la vittoria rossonera all’Olimpico contro la Lazio.

Il Bologna non è più una sorpresa, vince a Bergamo e rafforza gli ormeggi al quarto posto, +4 sulla Roma di De Rossi, sei vittorie su sette partite giocate, che hanno riproposto i giallorossi in zona Champions, soprattutto dopo il netto 4-1 di Monza. Dietro è bagarre, ma risale il Napoli anche se la Champions è distante 8 punti.

Kvara e Raspadori stendono i bianconeri

Le scorie dello scorso anno non sono dimenticate, così Napoli-Juve non sarà mai una partita come le altre. Ed è stato così anche stavolta. Non 5-1 umiliante come lo scorso anno, ma invertendo i fattori il prodotto non cambia. L’ha vinta il Napoli, al quale serviva una vittoria così, per classifica e morale, contro la Juventus, avversaria di sempre. Finisce 2-1: sblocca Kvaratskhelia, la riprende Chiesa e nel finale rigore di Raspadori per la festa azzurra. Napoli con i titolarissimi, Juve senza Rabiot e McKennie. E al Maradona esce fuori un bel primo tempo al Maradona, con la Juve che si ferma sul palo (Vlahovic), l’esatto contrario di un Napoli che alla vera occasione non perdona (Kvaratskhelia). Partita vivace con continui cambi di fronte. Alcaraz ha la prima palla buona, ma la gestisce malissimo, Kvara è ispirato, ci prova da lontano, ma senza fortuna. Il georgiano sembra aver ritrovato lo smalto perduto e semina il panico nel cuore della difesa bianconera. L’occasione vera capita però a Vlahovic, scavetto sotto misura a Meret battuto, palla sul palo. E al tramonto della prima frazione, ecco il Napoli. Centro di Di Lorenzo, deviazione di Bremer, palla che arriva a Kvaratskhelia, conclusione al volo di destro che fulmina Szczesny. Vlahovic ha l’occasione del pari, ma spreca tutto poco prima del fischio.

Urlo Raspadori

Parte forte la Juve nella ripresa, fuori le conclusioni di Vlahovic e Cambiaso, poi Meret chiude bene sul serbo bianconero. Solita girandola di cambi, ma l’intensità della partita cala. Il Napoli contiene ma non disdegna il controgioco, ma Di Lorenzo sbaglia tutto e va alla conclusione invece di servire Osimhen. Ma la Juve non è morta e a dieci dalla fine la rimette in piedi con una gran giocata di Federico Chiesa, gran conclusione in diagonale che si infila alle spalle di Meret: 1-1. Finita? Manco per idea. Intervento scomposto in area di Nonge Boende su Osimhen e rigore per gli azzurri, che il nigeriano sbaglia ma sul quale Raspadori trasforma di giustezza. Cinque di recupero, con Rugani che si divora il 2-2 sparando alto. Finisce qui. Vince il Napoli che risale in classifica scavalcando Fiorentina e Lazio ma sempre ad otto punti dalla zona Champions.

Il Bologna non si ferma più

Non è più una sorpresa, ma una solida realtà, il Bologna di Thiago Motta che a Bergamo va sotto, soffre per un tempo poi va in estasi distendendosi in un calcio piacevole e frizzante. Morale, vince 2-1, mettendo dentro la sesta vittoria di fila. E senza voglia di fermarsi. Sblocca la Dea con Lookman poi la riprende Zirkzee e Ferguson mette la freccia. Frenata pesante per l’Atalanta, vittoria di peso e sostanza per il Bologna che ha davvero tutto per continuare a sognare: gioco, qualità e risultati. Che non mentono mai.

Il veleno nella coda

Due colpi su tutti, quello del Verona che al Bentegodi stende un piccolo Sassuolo, sempre più in crisi nonostante il doppio cambio di guida tecnica. Ma il vero sussulto di giornata, lo regala lo splendido Cagliari di Claudio Ranieri che con un guizzo di Jankto, va a vincere ad Empoli e riaccende la corsa salvezza. Dopo non si fanno male Frosinone e Lecce, che si spartiscono la posta ma con tanto rammarico per i ciociari che hanno gettato al vento l’opportunità di allungare sensibilmente sulla zona calda. Salernitana ultima con 14 punti e praticamente out, penultimo il Sassuolo a 20 punti che adesso rischia tantissimo non essendo abituato a certe latitudini. A 23 Cagliari e Verona, a 24 Frosinone e Udinese, con Empoli e Lecce a 25. Sei squadre in cinque punti, con due che scenderanno in B. Lotta sanguigna e sarà così fino alla fine.