River-Boca a Madrid, il Clasico non è più Super

Si chiama Copa Libertadores, la coppa dei Liberatori d’America, la Champions League del Sud America. Ma non sarà più lo stesso dopo quanto accaduto il 24 novembre a Buenos Aires. In finale sono approdate River Plate e Boca Juniors, le migliori espressioni del calcio sudamericano in questa stagione. E la vincente sarà la sfidante numero uno del Real Madrid per la conquista del Mondiale per Club. Tormenti che hanno avvelenato l’anima: 2-2 nella gara di andata ma niente ritorno. Oggi avremmo dovuto assistere alle lacrime da una parte e festa dall’altra, ma River e Boca sono ancora ai box. Non c’è un campione dopo che la gara del 24 è stata rinviata per gravissimi incidenti, l’assalto al bus del Boca, gas urticanti lanciati dalla frangia ostile del tifo del River contro i calciatori del Boca.

Viaggio a Madrid

Si giocherà a Madrid, campo neutro, il prossimo 9 dicembre alle 20.30 grazie all’ok della Conmebol, del Real e della federazione spagnola. Ma non è ancora finita, almeno ufficialmente perché il River ha chiesto la vittoria a tavolino mentre invece gli sono stati comminati 400 mila euro di multa e due partite a porte chiuse nella prossima rassegna. Ma il River non ci sta e rivendica il diritto di giocare la finale in casa propria. Difficile dire come finirà e chi salirà sul volo per gli Emirati Arabi per giocare il Mondiale per Club. E’ la sconfitta del calcio, che non ha mai smesso di essere in mano ai violenti. La Copa Libertadores, è il sogno calcistico del Sud America. Qui la passione rasenta l’inverosimile se solo si pensa che il giorno prima della partita non disputata per gli incidenti, in 80mila hanno riempito il Monumental solo per assistere all’allenamento di rifinitura. Una cultura calcistica che magari accarezza la follia nel senso generoso del termine, ma che fa capire quanto a certe latitudini sia sentito il calcio.

La sconfitta del calcio

Sotto accusa la sicurezza argentina che non è stata in grado di garantire l’ordine pubblico. La decisione di giocare a Madrid, dopo che sono state scartate altre sedi, tra cui il Qatar, rappresenta la sconfitta del calcio perché tutto si poteva fare meno che trasferire un match di così grande valenza sportiva oltre oceano. Una finale snaturalizzata e che ha trasformato l’evento più atteso in Sud America, in una vera e propria farsa dove già ci sono due perdenti, il River e il Boca, oltre ai tifosi “buoni” costretti a sobborcarsi un viaggio a spese folli da Buenos Aires a Madrid quando si sarebbe dovuta giocare sotto casa. La sconfitta del calcio, la vittoria degli organizzatori che alla fine metteranno in cassa tanti soldi e buonanotte ai suonatori. C’è il rischio, ma a Madrid non si scherza, che i beceri del River, quelli che hanno scatenato la follia nei pressi del Monumental, tornino a farsi sentire anche in Spagna, dove però la polizia è preparata e pronta ad ogni effetto collaterale. Sarebbe dovuta essere la festa del calcio sudamericano, è finita invece con la sconfitta di un dio pallonaro calpestato dai malesseri di un tifo violento che si conosceva e che la sicurezza ha fatto nulla per ridurre ai minimi termini. Alla fine la montagna ha partorito un topolino, lo spostamento oltre oceano dell’evento dell’anno qual è la finale della Copa Libertadores. Il 9 dicembre a Madrid, tra veleni e polemiche, ci sarà chi alzerà la coppa al cielo di Spagna, ma il calcio, la sua finale, l’ha già persa da tempo.