Il “dietro le quinte” dei riti pasquali

Allestire gli spazi che ospitano le udienze e le celebrazioni pontificie non è cosa di poco conto, soprattutto quando sono estremamente ravvicinate. Sedie, addobbi, paramenti, ceri. Un lavoro che durante la Settimana Santa in Vaticano diventa ancora più oneroso e febbrile. Un “dietro le quinte” imponente per preparare le celebrazioni del Papa e per far sì che tutto sia al suo posto. Tanto più che in questa settimana si concentrano migliaia di pellegrini tra la basilica e gli altri luoghi vaticani. Una macchina che vede impegnati uomini e donne che lavorano tanto e con discrezione: sono i dipendenti della Floreria Vaticana.

L'ingegnere Paolo Sagretti, dal 2002 floriere e dal 2007 vicedirettore della direzione dei servizi generali del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano, ha raccontato all'Osservatore Romano come si cura la logistica delle celebrazioni e in particolare dei riti pasquali: “Quando gli appuntamenti papali sono ravvicinati, come avviene proprio in questa Settimana Santa, i turni si susseguono serratamente, anche di notte se necessario, perché tutto sia pronto in tempo” riferisce. Oltre ai compiti istituzionali legati all'attività del Papa, spiega l'ingegnere, la Floreria si occupa anche degli altri avvenimenti che si svolgono nella cornice del Vaticano, come gli incontri e le conferenze organizzate nei Musei vaticani e i concerti nell'Aula Paolo VI, per i quali la preparazione è notevolmente complessa. “In questi casi – racconta Sagretti – bisogna sistemare tutte le sedie disponibili e le transenne originali dell'aula. Consideriamo che ci sono almeno 1500 sedie fissate al suolo. Si tratta quindi di un lavoro lungo per preparare nel modo migliore la platea”. E non solo: “Spesso capita che il giorno dopo ci sia l'udienza generale e allora bisogna lavorare di notte per rimettere tutto a posto. In questi casi vengono impiegate anche tredici o quattordici persone, oltre a due o tre capisquadra”. Quando poi si arriva ai tempi forti dell'anno liturgico, come appunto la Pasqua, il carico di lavoro aumenta considerevolmente e in qualche caso si ricorre all'apporto di ditte esterne. A volte, riferisce Sagretti, “si chiede un aiuto anche per le cerimonie di piazza San Pietro, oppure quando c'è l'esigenza di sgomberare tutta la basilica Vaticana in poco tempo. Mi riferisco, per esempio, alle messe domenicali mattutine del Papa, quando è necessario togliere velocemente le sedie utilizzate perché la basilica riapre alle 13: un lavoro che si svolge mentre il Pontefice recita l'Angelus”. Complessivamente la Floreria conta quaranta dipendenti. Ci sono anche alcune donne: attualmente sono in servizio una religiosa delle calasanziane e due signore, nel reparto di sartoria, e una doratrice, un mestiere, quest'ultimo, “rarissimo, una figura che va scomparendo col tempo, ed è sempre più difficile trovare chi lo faccia”.

La Floreria, un organismo “storico” della Curia, assicura anche il “servizio di assistenza per gli spostamenti della sedia papale e degli sgabelli dell’altare” che durante una celebrazione vengono messi e tolti diverse volte. Per adempiere a questo incarico c'è una squadra di “sei uomini in divisa che devono intervenire durante la liturgia”.