Migranti, p. Ripamonti (Centro Astalli): “Le morti a Lampedusa non ci lascino indifferenti”

Il commento a Interris.it di padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli, in merito alle morti a Lampedusa di un neonato e di una donna migranti

Padre Camillo Ripamonti, presidente Centro Astalli

“Sono giorni complessi in cui si mettono in discussione l’obbligo di soccorrere chi rischia la vita in mare e il principio di solidarietà nei confronti di chi cerca salvezza”. Così a Interris.it padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli, in merito al ritrovamento odierno di un bimbo di 20 giorni morto di freddo in un barcone diretto a Lampedusa.

P. Camillo Ripamonti, medico e sacerdote della Compagnia di Gesù, è presidente del Centro Astalli che, con otto sedi e 500 volontari, assiste 17 mila utenti con progetti che vanno dalla prima accoglienza alle attività culturali.

Il commento a In Terris di padre Ripamonti

“Assistiamo increduli a inaccettabili distinzioni sul valore della vita di alcuni rispetto ad altri esseri umani. Queste morti non ci lascino indifferenti ma al di là degli orientamenti politici, si ritorni a rimettere al centro del nostro agire democratico il principio di umanità verso chi è in difficoltà”, prosegue padre Ripamonti.

“Papa Francesco ci mette in guardia da tempo dalla cultura dello scarto. L’attacco ai confini non viene da un’umanità disarmata, ma da poteri forti che si alimentano con la cultura delle armi. L’Italia sia motore europeo di umanità. Accogliamo la sfida: crescere come Unione per un’Europa continente di pace”.

“Infine – conclude padre Ripamonti – il Centro Astalli esprime profondo cordoglio sia per la morte di una giovane donna avvenuta ieri a Lampedusa, deceduta per ipotermia dopo essere stata portata in salvo da una motovedetta della Guardia di Finanza, sia per il neonato di appena 20 giorni trovato senza vita oggi su un natante alla deriva che trasportava 51 migranti”.