Libia, Saif Gheddafi torna libero: le milizie di al Siddiq annunciano il suo rilascio

Dopo sei anni di carcere nelle prigioni libiche, Saif Gheddafi torna libero. La notizia della sua scarcerazione è stata diramata da fonti locali le quali hanno affermato che, attualmente, il 44enne figlio di Muammar potrebbe trovarsi già a Bedia, dove vive sua madre, anche se questa resta solo un’ipotesi: “Saif – scrive l’agenzia ‘Mena’ – è stato rilasciato dalla brigata dei miliziani Abu Bakr al Siddiq del comando generale delle forze armate”. A sei anni esatti dalla rivolta che rovesciò il regime del Rais e portò alla sua morte, il 20 ottobre 2011, Saif avrebbe beneficiato dell’amnistia votata dal Parlamento di Tobruk, in Cirenaica, la quale riguarderebbe anche i figli detenuti dell’ex dittatore. Saif al Islam, in particolare, è il secondogenito nonché prediletto di Gheddafi, molto attivo a livello politico. La sua cattura era stata effettuata all’indomani della caduta del regime, mentre tentava di attraversare il deserto sotto travestimento e raggiungere il confine con il Niger.

Un anno di voci

Più o meno da un anno circolavano voci su una sua possibile libertà vigilata anche se nessuna conferma ufficiale era finora arrivata. Alcuni riferivano di una sua scarcerazione, altri che vivesse in una villa (voce smentita dai miliziani). La notizia della sua liberazione, annunciata tra maggio e luglio del 2016, aveva avviato una serie di reazioni senza che, effettivamente, fosse possibile conoscere con esattezza il suo stato anche perché, come spiegato dalla Gna, l’amnistia concessa in quel periodo non riguardava persone accusate di crimini contro l’umanità. Nel 2015, Saif era stato condannato a morte con verdetto reso in contumacia in quanto detenuto nelle prigioni di una fazione ribelle avversa al governo di Tripoli. Ora sarebbe di stanza in Cirenaica, quindi al di fuori della sfera di competenza del premier Fayez al Serraj, influente solo nella parte della Tripolitania. D’altronde, il secondogenito di Gheddafi è anche ricercato per crimini contro l’umanità commessi durante gli otto mesi di rivolta che portarono alla fine del regime della sua famiglia. Nonostante le voci lo diano per già arrivato a Bedia, non si conosce attualmente la sua reale posizione: di certo, il suo rilascio ha creato sentimenti contrastanti nelle varie fazioni, andando ad accrescere un diffuso sentimento di incertezza politica nel Paese nordafricano.

Il ritorno di Saif

Almeno per il momento, non è chiaro quali potrebbero essere le reali conseguenze del suo rilascio, tra chi ne pronostica un ritorno in politica e chi mantiene un certo scetticismo. Di certo, in molte zone della libia esistono gruppi ancora fedeli alla famiglia Gheddafi e, più in generale, legati all’ordinamento libico pre-rivolta. Altrettanto certo è il clima generale di violenza e instabilità che regna nello Stato nel quale, una figura così influente, potrebbe raccogliere ancora qualche consenso.