Dalla piazza alla riforma della Costituzione: il cammino del Cile

Il 25 ottobre 2020 il 78,25% dei cileni votò a favore di una nuova Costituzione. Il 17 dicembre 2023 un nuovo plebiscito: cosa accadrà?

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Il 25 ottobre 2020 quasi l’80% dei cileni si dichiarò a favore di una nuova Costituzione. Sono passati tre anni e, da allora, la Magna Carta del Paese non è ancora cambiata. Dopo una bocciatura avvenuta nel 2022, gli elettori saranno chiamati a un nuovo plebiscito il 17 dicembre 2023. Secondo il Servizio elettorale del Cile (Servel), più di 15 milioni di persone si recheranno di diritto alle urne per definire il destino della proposta di una nuova Costituzione elaborata dal Consiglio Costituzionale. Il processo è obbligatorio e sono già pronte delle liste controllate dove sono registrati gli elettori autorizzati e i non idonei. A loro si aggiungeranno quasi 128 mila cittadini residenti all’estero che potranno votare nei consolati o nelle apposite strutture inserite nei Paesi di residenza.

Cosa saranno chiamati a scegliere i cileni

Gli elettori saranno chiamati a decidere sull’entrata in vigore o meno della nuova Costituzione. Se vincerà il favorevole, il documento redatto dal Consiglio Costituzionale diventerà la nuova costituzione, sostituendo quella attuale, redatta nel 1980 durante la dittatura di Pinochet. Se, invece, vinceranno i contrari sarà mantenuta l’attuale Costituzione. Il voto per i cittadini cileni di età superiore ai 18 anni è obbligatorio, questo per effetto della riforma della legge elettorale entrata in vigore a dicembre 2022. Chi non si recherà alle urne rischia una multa compresa tra 31.000 pesos (39 dollari) e 180.000 pesos (227 dollari).

Cosa dicono gli ultimi sondaggi

Le aspettative per il destino della nuova Costituzione cilena non sono rosee, infatti, secondo i risultati del sondaggi di Plaza Pùblica, realizzato da Cadem e pubblicati da La Tercera, emerge che i contrari alla nuova Costituzione rappresentano la maggioranza (54%); mentre coloro che approvano il testo sono il 31%. Secondo il sondaggio d’opinione, inoltre, emerge che il 65% degli intervistati pensa che vincerà il rifiuto della proposta costituzionale. Se a dicembre dovesse vincere il no, sarebbe la seconda volta che i cileni rifiutano di rinnovare la Costituzione. A settembre 2022, infatti, il 61,9% aveva votato contro la Carta proposta da Gabriel Boric, mentre il 38,1% aveva votato a favore. Un risultato sorprendente e che spinge a porsi degli interrogativi, se si considera che nel 2020 l’80% dei cileni (fonte la Nacion) aveva chiesto una nuova Magna Carta.

Quattro anni fa lo scoppio della bomba sociale

Nel 2019, Interris.it si era occupato della protesta sociale che era esplosa in Cile in seguito a una serie di eventi a catena: prima l’annuncio del rincaro dei biglietti dei mezzi pubblici aveva scatenato la prima delle guerriglie urbane per le strade delle città; poi lo stato d’emergenza, infine, quando il governo rivela la retromarcia sull’aumento dei prezzi, la dichiarazione dell’esercito: coprifuoco generale, come negli anni della dittatura ai tempi di Pinochet. Il governo cileno aveva approvato un aumento da 800 a 830 pesos del biglietto della metropolitana, quotidianamente usata da circa 3 milioni di persone. Questa decisione aveva provocato al reazione degli studenti che iniziarono a protestare entrando nella metro senza pagare e facendo in modo che anche altre persone entrassero in maniera gratuita. L’aumento del biglietto della metro, in realtà, è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso: da molto tempo la popolazione cilena viveva una situazione di scontento in diversi settori, dal sociale alla salute, l’educazione, le pensioni, la delinquenza.

“Apruebo”: il 78,25 chiede una nuova Costituzione

Tutti questi eventi hanno portato al plebiscito del 25 ottobre 2020 quando il 78,25% dei cileni ha votato per una nuova Costituzione. La partecipazione è stata superiore al 50% , nonostante le restrizioni dovute alla pandemia Covid-19. “Questo plebiscito non è la fine. È l’inizio di un cammino che dobbiamo percorrere insieme per concordare una Nuova Costituzione per il Cile” aveva affermato Sebastian Piñera, l’allora presidente del Cile. Un cammino, però, che a distanza di tre anni sembra non essersi ancora concluso, o almeno, non ancora: vedremo cosa accadrà il 17 dicembre 2023.