DDL BOSCHI: TREGUA A RISCHIO NEL PD. RENZI CONVOCA LA DIREZIONE NAZIONALE

A poche ore dall’attesissima direzione dem – prevista per lunedì mattina – la fragile tregua nel Pd tra renziani e bersaniani sembra vacillare. Tra i sostenitori dell’ex segretario si respira un certo nervosismo: le bozze di emendamento circolate finora, pur aprendo a una modifica dell’articolo 2 sulla riforma del Senato, non convincono fino in fondo. Lo stesso Bersani, in visita a Brescia, mette i puntini sulle “i”: “Vedo che ci sono affermazioni di buona volontà, noi diciamo una cosa che capiscono anche i bambini: diciamo che il Senato debba essere elettivo, devono decidere gli elettori. Questo deve essere chiaro e va scritto. Semplicissimo e da qui non ci si scosta”. “Il Pd sta bene e nel Pd ci stiamo tutti e cerchiamo tutti di dare una mano lealmente verso il governo tenendo conto delle diverse sensibilità: non ragioniamo però con i sondaggi, perché c’è una fetta di società che noi non afferriamo e nemmeno i sondaggi”, ha aggiunto Bersani.

I commenti di risposta all’interno del Pd non si sono fatti attendere. È esplicito Lorenzo Guerini: “Non capisco questa posizione di Bersani. Sembra quasi che anziché trovare un punto di intesa sul merito della questione, voglia irrigidire le posizioni per rompere. Noi andremo avanti con lo spirito di apertura ma non accettando veti che non servono al Pd”. “Stiamo facendo di tutto per tenere dentro tutti a partire da Pier Luigi – sostiene Guerini – ma, ripeto, con i veti non si procede. Noi invece vogliamo andare avanti e lo faremo. Anche perché, come si è visto, i voti li abbiamo. E in democrazia i voti contano più dei veti. Spero che tutto il Pd voglia essere protagonista del cambiamento istituzionale di cui il Paese ha bisogno: ci sono le condizioni, non farlo sarebbe un atteggiamento irresponsabile”.

Ancora più netto il commento del ministro Boschi: “Discutiamo sul comma 5 dell’articolo 2, ma non ci sia la tentazione di ricominciare daccapo, perché così ci infiliamo nell’immobilismo all’italiana”. E, sull’appoggio, ha ribadito: “Noi abbiamo dimostrato con i voti che ci sono stati in Senato nei giorni scorsi che i numeri per approvare le riforme costituzionali ci sono. Però io credo che sia un bene, ovviamente per tutti, cercare un consenso ampio”.

Il cosiddetto ddl Boschi sulla riforma del Senato prevede di modificare le funzioni e la composizione della camera alta del Parlamento italiano, rendendola non più elettiva, e di eliminare il “bicameralismo paritario”: se la riforma sarà approvata, in sostanza, i senatori non saranno più eletti direttamente, le leggi non dovranno più essere votate da entrambi i rami del Parlamento e il governo sarà tenuto a ricevere la fiducia soltanto dalla Camera. Il termine per la presentazione degli emendamenti in aula è stato fissato per le 9 di mercoledì 23 settembre. Tra il 23 e il 24 ci sarà il voto finale. L’ultima parola toccherà al presidente del Senato Pietro Grasso che dovrebbe decidere tra una settimana.