Tra Russia e Gran Bretagna relazioni velenose

L'asse Londra-Mosca continua ad essere lastricato di veleni. Nelle scorse ore la polizia britannica avrebbe identificato i sospetti responsabili dell'attacco di marzo contro l'ex spia russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia con l'agente nervino Novichok a Salisbury, in Inghilterra. Una fonte anonima vicino alle indagini ha detto all'agenzia di stampa britannica Pa che la polizia ha identificato i presunti autori attraverso le immagini delle telecamere a circuito chiuso installate nelle strade della cittadina. Gli inquirenti, scrive il Guardian, ritengono che numerosi russi siano coinvolti nel tentativo di avvelenamento.

Il “caso Skripal” nei mesi scorsi ha creato una vera e propria crisi diplomatica tra Gran Bretagna e Russia. Molti Paesi europei, in solidarietà con il governo di Theresa May, hanno espulso numerosi diplomatici russi: Londra, del resto, fin dalle ore subito successive all'avvelenamento ha puntato l'indice verso il Cremlino, malgrado non avesse mai recuperato informazioni che potessero provare un coinvolgimento del governo russo. Nemmeno i risultati sperati dai tanto attesi accertamenti del laboratorio di analisi di Porton Down (non lontano da Salisbury, luogo dell’avvelenamento) hanno potuto confermare in alcun modo la provenienza dell’agente nervino con il quale Skripal sarebbe stato avvelenato. A gettare nuove luci gialle di mistero sulla vicenda quanto accaduto il 30 giugno scorso: sempre nella città di Salisbury un uomo e una donna sono stati ricoverati d'urgenza in ospedale per l'intossicazione provocata da una “sostanza sconosciuta” trovata, spiega il Guardian, “a pochi chilometri dal luogo del tentato avvelenamento dell'ex spia russa Sergei Skripal e della figlia Yulia, avvenuto il 4 marzo”. Successivamente è stato appurato trattarsi, anche in questo caso, di gas nervino. Il mistero, dunque, non fa altro che infittirsi.