L'ultimo saluto a Rama IX: a Bangkok la cremazione solenne del re defunto

Bangkok tributa l'ultimo saluto a re Bhumibol Adulyadej al termine di 12 mesi di lutto (è morto infatti nell'ottobre del 2016). La celebrazioni si concluderanno con la solenne cremazione del sovrano defunto, nono della dinastia Chakri, conosciuto anche come Rama IX “il grande”, titolo che gli venne attribuito nel 1987. Il suo regno, durato oltre 70 anni, è stato il più lungo della storia del Paese asiatico.

In una capitale che si è fermata per l'occasione, con in pratica tutti gli esercizi commerciali chiusi almeno dal pomeriggio, una serie di riti e celebrazioni ispirati alla mitologia buddista e induista si protrarrà per tutto il giorno, con la partecipazione di migliaia di ufficiali, musicisti e volontari, e alla presenza di una folla stimata in almeno 110 mila persone assiepata in rispettoso silenzio sotto il sole tropicale. La salma di Bhumibol, sinceramente venerato da un popolo che lo chiama “padre” e ne loda l'impegno per lo sviluppo del Paese, sarà cremata all'interno di una struttura dorata, alta 53 metri e larga 60, che rappresenta il monte Meru, centro dell'universo buddista e induista. L'intera cerimonia è trasmessa a reti unificate in un giorno che è stato dichiarato di festa nazionale. La popolazione è stata più volte incoraggiata a vestirsi di nero, in segno di lutto.

Le uniche note di colore sono le onnipresenti calendule gialle, il colore associato all'ex sovrano secondo l'astrologia thailandese. La cremazione di Bhumibol apre una nuova fase nella transizione monarchica. Il figlio Vajiralongkorn (65 anni) gli è succeduto lo scorso dicembre, ma la sua incoronazione è stata rinviata a data da destinarsi, probabilmente entro fine anno. Il nuovo re, che non gode dell'autorità morale del padre, ha passato gran parte del 2017 nella sua villa in Germania. Per quanto percepito come distante dalla popolazione e ufficialmente al di sopra della politica, ha comunque già dato segni di voler giocare un ruolo dietro le quinte, incentrando su di sé alcuni poteri e soprattutto la gestione dell'Ufficio immobiliare reale, i cui possedimenti sono stimati nell'ordine delle decine di miliardi di dollari. L'intero processo è stato sapientemente gestito dalla giunta del generale Prayuth Chan-ocha, al potere dal golpe del 2014. Prima la fase dell'indebolimento fisico di Bhumibol e poi la sua scomparsa sono state sfruttate dai militari per congelare le attività politiche.

La nuova Costituzione ha cementato il potere delle forze armate, creando ostacoli per qualsiasi governo ostile in futuro. Un ritorno al voto, rinviato più volte, è ora previsto per la fine del 2018, ma molti ipotizzano una continuazione del governo Prayuth sotto altra forma. Per una Thailandia rimasta orfana del suo “padre”, la nuova fase è tutta da costruire.