La novità apportata dal principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale

Sussidiarietà orizzontale
Foto da Pixabay

L’ammodernamento del nostro Paese passa attraverso le riforme di cui ha pressante bisogno per non rimanere indietro ulteriormente con i tempi. La principale preoccupazione è che le iniziative messe in campo su diversi livelli siano di difficile coordinamento fra loro. L’alternativa, ai poteri solo statali o ai poteri solo locali, è una terza via, nel senso di una ripartizione dei poteri basata su nuovi e diversi parametri, sia di qualità che di quantità, per la riallocazione dei compiti fra centro e periferia, ma anche – e soprattutto – fra pubblico e privato ai diversi livelli. Lo Stato è responsabile e garante della concretizzazione dell’interesse generale. Ma non ne è il solo attore, perché la società civile concorre alla realizzazione dei compiti d’interesse generale attraverso le proprie azioni. La concreta novità apportata dal principio costituzionale di sussidiarietà orizzontale attiene proprio all’aver introdotto la possibilità di prevedere, tramite legge (in base al principio di legalità), nuovi strumenti giuridici per una diversa modalità di svolgimento delle attività di interesse generale.

Il principio di sussidiarietà orizzontale è un segno del profondo cambiamento in atto, conducendo al superamento dell’endiadi fra Amministrazione e interesse generale, da una parte, e società civile e interessi privati, dall’altra. Il principio di sussidiarietà può essere riassunto come la prossimità del livello decisionale a quello di attuazione, implicando che il cittadino, sia come singolo che attraverso i corpi intermedi, deve avere la possibilità di cooperare con le istituzioni nella realizzazione di interventi che incidano sulle realtà sociali a lui prossime. Una prospettiva che muove dal basso verso l’alto (bottom up) in grado di raccogliere i bisogni e le istanze dei cittadini, ponendosi a garanzia dell’ordinamento pluralistico. In tal senso, anche nell’ottica della riduzione dei livelli di governo e della ricentralizzazione delle competenze legislative per un maggiore esercizio unitario, risulta importante la previsione di un Senato delle Autonomie, quale sede di raccordo sia nel pubblico, tra centro e periferia, sia tra pubblico e privato, aperto alle collettività locali.