Il Papa all’Angelus: “Contro i cristiani oggi c’è più crudeltà che nei primi secoli”

Nel giorno in cui la Chiesa fa memoria del diacono Stefano, primo martire, il pensiero di Papa Francesco all’Angelus è stato rivolto in maniera particolare ai tanti cristiani che soffrono persecuzioni in tante parti del mondo. “Anche oggi – ha infatti affermato il S. Padre – la Chiesa, per rendere testimonianza alla luce e alla verità, sperimenta in diversi luoghi dure persecuzioni, fino alla suprema prova del martirio. Quanti nostri fratelli e sorelle nella fede subiscono soprusi, violenze e sono odiati a causa di Gesù!”. Poi a braccio ha aggiunto che ha ripetuto molto spesso: “Io vi dico una cosa: i martiri di oggi sono in numero maggiore rispetto a quelli dei primi secoli. Quando noi leggiamo la storia dei primi secoli qui a Roma, leggiamo tanta crudeltà con i cristiani. Io vi dico che la stessa crudeltà c’è oggi e in numero maggiore con i cristiani”. Il Papa ha invitato tutti a “pensare a loro ed essere vicini a loro con il nostro affetto, la nostra preghiera e anche il nostro pianto”. E ancora a braccio ha raccontato che “ieri, giorno di Natale, i cristiani perseguitati nell’Iraq hanno celebrato il Natale nella loro cattedrale distrutta: è un esempio di fedeltà al Vangelo”.
“Ma perché il mondo perseguita i cristiani? – si è chiesto il Pontefice – Il mondo odia i cristiani per la stessa ragione per cui ha odiato Gesù, perché Lui ha portato la luce di Dio e il mondo preferisce le tenebre per nascondere le sue opere malvagie. Ricordiamo che Gesù stesso nell’ultima cena pregò il Padre perché ci difendesse dal cattivo spirito mondano”.
Il Papa ha spiegato che “Seguire Gesù vuol dire seguire la sua luce, che si è accesa nella notte di Betlemme, e abbandonare le tenebre del mondo. Il protomartire Stefano, pieno di Spirito Santo, venne lapidato perché confessò la sua fede in Gesù Cristo, Figlio di Dio. L’Unigenito che viene nel mondo invita ogni credente a scegliere la via della luce e della vita. È questo il significato profondo della sua venuta tra noi. Amando il Signore e obbedendo alla sua voce, il diacono Stefano ha scelto Cristo, Vita e Luce per ogni uomo. Scegliendo la verità, egli è diventato nello stesso tempo vittima del mistero dell’iniquità presente nel mondo. Ma in Cristo ha vinto!”. E alla fine ha incoraggiato i cristiani a “fare spazio dentro il nostro cuore al Figlio di Dio che si dona a noi nel Natale; rinnoviamo la gioiosa e coraggiosa volontà di seguirlo fedelmente come unica guida, perseverando nel vivere secondo la mentalità evangelica e rifiutando la mentalità dei dominatori di questo mondo”.
Dopo la recita dell’Angelus il Papa ha ricordato e pregato per le vittime dell’aereo russo precipitato nel Mar Nero. In particolare ha ricordato i componenti del coro e dell’orchestra dell’Armata Rossa che nel 2004 si esibì in Vaticano per i 27 anni del pontificato di S. Giovanni Paolo II. Francesco ha poi ringraziato per i numerosi messaggi augurali che gli sono giunti in occasione del Natale.