Guai giudiziari in casa Netanyahu, la moglie del premier a un passo dall’incriminazione

Nuovi guai giudiziari per Benjamin Netanyahu. Ci sono in corso inchieste che lo interessano direttamente o indirettamente, più quella che coinvolge la moglie Sarah. Una vicenda quest’ultima che, secondo i media, potrebbe portare nelle prossime settimane all’incriminazione della consorte del primo ministro per frode di fondi pubblici pari a circa 400 mila shekel (circa 90 mila euro).

Un crescendo che Netanyahu ha respinto con forza, chiamando già due volte a raccolta i suoi sostenitori del Likud per ciò che ha bollato come il “picco delle fake news” da parte dei media e di una sinistra intenzionata a sbarazzarsi del capo del governo. Da mesi sotto le finestre del Procuratore generale dello Stato Avichai Mandelblit centinaia di persone invocano indagini più serrate.

La polizia ha assegnato dei “numeri” ai “dossier” investigativi che lambiscono Netanyahu: il “1000” riguarda la presunta fornitura di regali (dai sigari allo champagne) da parte di facoltosi uomini d’affari(come il produttore cinematografico Arnon Milchan) in cambio – la tesi dell’accusa – di favori. Il “Dossier 2000” indaga i possibili colloqui segreti (si parla di 7 ore complessive) tra Netanyahu e Arnon Moses, editore di Yediot Ahronot, il maggiore quotidiano israeliano, con lo scopo di una sua copertura positiva in cambio di interventi su Israel Ha-Yom, giornale free press concorrenziale.

Il “Dossier 3000“- relativo alla presunta corruzione nell’acquisto di sottomarini dalla Germania – non coinvolge Netanyahu ma persone a lui molto vicine. A cominciare dal suo avvocato personale, e parente, David Shimron, ma anche dall’ex capo dell’ufficio stesso di Netanyahu David Sharan. Ed oggi sono arrivati gli interrogatori di un ex vice consigliere della sicurezza nazionale e di Rami Tayeb, consigliere politico del ministro in carica Yuval Steinitz. Si parla anche di un ex ministro, ma il nome non è ancora noto. Netanyahu è poi alle prese con la vicenda dei suoi contatti con Amos Regev, ex direttore di Israel Ha-Yom, e l’editore del giornale stesso, Sheldon Adelson, grande estimatore del premier. Secondo i media, nelle oltre 300 telefonate con i due (dichiarate dallo stesso premier) – e molte poco prima della messa in stampa – Netanyahu avrebbe ‘pilotato’ il quotidiano. In contraddizione con una sua precedente testimonianza nella quale il primo ministro ha negato ogni legame con il giornale stesso. Infine l’indagine su Sarah Netanyahu: da giorni si fa sempre più insistente la notizia di una sua prossima incriminazione non prima, tuttavia, di essere stata ascoltata dal Procuratore Mandelblit.