Omicidio Noemi, il Pm: “Premeditazione e crudeltà”. Lucio: “Voglio studiare”

Un omicidio premeditato, aggravato dalla crudeltà dai futili motivi. È quanto contesta la procura dei minorenni di Lecce a Lucio, il fidanzatino reo confesso dell’omicidio della 16enne Noemi Durini, nel decreto di fermo emesso nei suoi confronti.

Non sarebbe stato, dunque, un omicidio d’impeto, come sostenuto dal ragazzo, ma un atto pianificato e studiato. Lucio, si legge nel decreto anticipato da Ansa, “cagionava la morte di Noemi prelevandola alle 4.51 dalla sua abitazione con la Fiat 500 di proprietà della sua famiglia e conducendola in aperta campagna colpendola con l’uso di corpi contundenti; con le aggravanti di aver commesso il fatto con premeditazione, per motivi abietti o futili e di aver agito con crudeltà”.

La ricostruzione

Una volta prelevata la fidanzata da casa sua, a Specchia (Lecce), con la sua auto, il minore è passato per la litoranea fino a Santa Maria di Leuca. Da qui, scrive il pm, Lucio “dichiarava di essersi immesso lungo uno strada che lo conduceva verso il centro abitato di Castrignano del Capo ma prima di arrivarvi, svoltava a sinistra lungo una strada sterrata. Qui dichiarava di essersi parcheggiato e, con la scusa che si sarebbero fumati una sigaretta, scendeva dall’auto insieme a Noemi con la quale si addentrava in un uliveto dove poi, approfittando di un momento propizio”, l’avrebbe uccisa. Nel decreto si afferma che Lucio ha confessato di aver ucciso Noemi “colpendola con un coltello al collo” e, dopo averla spinta a terra, di aver continuato “a colpirla con delle pietre alla testa”.

Infine, si legge ancora, “si allontanava dal luogo dei fatti repentinamente con la propria autovettura disfacendosi del manico del coltello avvolto nella propria maglietta in un luogo che non ha saputo indicare”.

Lucio non risponde

Nell’interrogatorio di garanzia davanti al gip, Lucio si è avvalso della facoltà di non rispondere in quanto aveva già fornito la sua versione dei fatti. Lo ha detto l’avvocato Luigi Rella all’uscita della Comunità protetta dove si trova il ragazzo. “E’ un momento molto difficile, Lucio è molto pentito e molto segnato, non sta bene”, ha poi aggiunto il suo avvocato che, insieme ai colleghi che difendono il ragazzo, ha annunciato la richiesta di una perizia psichiatrica per stabilire se il giovane sia in grado di intendere e volere.

Il fidanzato chiede di poter continuare a studiare

Il giovane, attraverso il suo curatore speciale, nominato dal Tribunale per i minorenni, avvocato Maurilio Marangio, ha chiesto di poter continuare gli studi e, a tal fine, di essere trasferito in una struttura adatta. Il ragazzo, che compierà 18 anni il prossimo dicembre, frequentava l’Istituto tecnico Professionale Don Tonino Bello di Alessano, lo stesso di Noemi.