È dello Sri Lanka il nuovo Segretario Pontificio del dialogo interreligioso

Nuove nomine al Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso. Quest'oggi, infatti, Papa Francesco ha nominato mons. Indunil Janakaratne Kodithuwakku Kankanamalage segretario del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. Il vescovo, 53 anni, proviene dalla diocesi di Badulla, in Sri Lanka ed è stato finora sotto-segretario allo stesso Dicastero. Con la sua nomina, il presule succede al vescovo spagnolo Miguel Ángel Ayuso Guixot.

Il mistero di Dio

La stessa vita di mons. Kankanamalage è un simbolo di dialogo interreligioso. Nato nel 1966 da madre buddista, poi convertita al cattolicesimo, nel 2002 si trasferì a Roma, dove divenne docente presso la Facoltà di Missiologia della Pontificia Università Urbaniana. La nomina di sottosegretario giunse il 12 giugno di sei anni fa, quando Papa Benedetto XVI lo nominò sotto-segretario del Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso. In un'intervista rilasciata all'emittente Ucanews in quello stesso anno, definì il dialogo interreligioso come “parte integrante” della missione della Chiesa, non solo per la coesistenza pacifica tra i popoli, ma anche per approfondire ulteriormente “il mistero di Dio” , Che ne conferisce un attribuzione “salvifica”. 

La storia del Pontificio Consiglio

Il Pontificio consiglio per il dialogo interreligioso fu istituito da san Papa Paolo VI nella domenica di Pentecoste del 1964, con la finalità di promuovere il dialogo le altre religioni, in conformità ai dettami del Concilio Vaticano II, in particolare della dichiarazione Nostra Aetate: nel documento, la religione cattolica fa memoria della sua “apertura” verso le altre fedi, intesa né come tradimento né quale metodo di evangelizzazione coercitiva. Lo stesso spirito del Concilio pervade la Lettera enciclia scritta da san Papa Paolo Giovanni II, Redemptoris Missio. Il Pontificio consiglio è l’ufficio centrale deputato al dialogo nella Chiesa Cattolica, ma l'impegno della Santa Sede si riflette più compiutamente nelle realtà ecclesiali locali. Molte delle Chiese suddette, infatti, hanno delle commissioni per il dialogo, a livello regionale e nazionale e il Dicastero opera in stretta collaborazione con tali commissioni, incoraggiandone la formazione laddove manca. Il Dicastero vaticano è composto dai membri del Consiglio: una trentina, fra cardinali e vescovi provenienti da differenti parti del mondo, e circa 50 consiglieri, denominati “consultori”, specialisti cioè di studi religiosi o di dialogo religioso e residenti in tutti i continenti. Il corpo esecutivo, invece, è costituito dal personale permanente a Roma, vale a dire il presidente, il segretario, il sotto-segretario, l’ufficiale per l’Islam, per l’Africa, per l’Asia, quello per i nuovi movimenti religiosi, e altri assistenti amministrativi e tecnici. Nel Dicastero è, altresì, presente una Commissione per le relazioni con i musulmani, composta dal presidente, dal vice-presidente e dal segretario, insieme con un gruppo di otto consultori.

Sri Lanka come modello

Con il 69% di Buddisti, il 15% di Hinduisti e circa il 7% di Cristiani e Musulmani, lo Sri Lanka è il contesto ideale del dialogo interreligioso. Nei decenni scorsi, il confitto civile ha riguardato gli scontri etnici. Come ha ricordato di recente il cardinale Malcolm Ranjith alla conferenza stampa di Aiuto alla Chiesa che Soffre, il Paese ha sempre fatto della tolleranza religiosa una cifra del dialogo. Per questo, a seguito dell'attentato dinamitardo di matrice jihadista che, il 21 aprile scorso, ha sconvolto il Paese colpendo due chiese cattoliche, una protestante e tre hotel della città di Colombo, è stato istituito un Consiglio per la riconciliazione tra le religioni con l'obiettivo di costruire la convivenza tra le religioni in Sri Lanka: “Subito dopo le esplosioni, ho cercato di mitigare qualsiasi reazione avversa. Conosco i fratelli musulmani e sono certo che non sono stati responsabili di tutto ciò, per questo ho mendicato, chiedendo alla gente di non reagire contro la comunità islamica” ha detto il prelato. In questo tempo di rivolgimenti e fragilità, la nomina del nuovo segretario, anch'egli originario dello Sri Lanka, è un'evidente messaggio di incontro e impegno sulla via della pace.