Tu chiamale se vuoi… plusvalenze

Le vie del mercato sono infinite. Tu chiamale se vuoi… plusvalenze. Tutto ruota attorno  al pareggio di bilancio, a non finire in rosso e rispettare i paletti imposti dalla Uefa. Ma tutto cambia purché nulla cambi. E così anche la plusvalenza diventa un boomerang perché quello che conta veramente è il bilancio bancario, non quello effimero generato da cessioni ad alto costo ed entrate altrettanto onerose. Prendi il caso Cancelo che la Juve ha ceduto al Manchester City per 65 milioni. Una bella fetta di denaro da mettere a bilancio, ma in realtà ai bianconeri sono entrati 28 milioni cash oltre quel Danilo, pagato 37 milioni e con una valutazione buonista non oltre i venti milioni, che affare non è visto che sono tre stagioni che gioca con il contagocce. In realtà la cessione del portoghese ha generato un valore di 65 milioni, che il City paga in tre esercizi di bilancio, con la Juventus che può mettere a suo favore una plusvalenza pari a 28 milioni, ma è stata costretta a prelevare dallo stesso ManCity il brasiliano Danilo per 37 milioni, anche questi pagabili in tre esercizi di bilancio.

Quello che stonano sono le valutazioni di entrambi i calciatori difficilmente rivendibili, soprattutto Danilo, a quelle cifre. Alla fine la valutazione di Cancelo è di circa 48 milioni reali, ma si sa negli scambi ognuno mette la cifra che vuole. Scordiamoci l’affare, solo mera convenienza annuale, scambiarsi calciatori alle cifre ideali per dare l’idea di aver fatto un affare che in realtà non esiste. E’ il calcio delle plusvalenze che rischia, prima o poi, di saltare, come un vaso di Pandora scoperchiato con un rosso (vero) di bilancio da far paura. Ed ecco perché alla Juve serve come il pane cedere Dybala, perché cartellino e ingaggio sono stati ripianati in questi anni e di conseguenza. E allora? Allora Dybala deve andare via, alla faccia di un calciatore che invece rientrerebbe, eccome nei piani di Sarri. Paulo deve lasciare la Juve per non rischiare di far precipitare i conti della Juve sotto le sanzioni da financial fair-play. Solo sulla Joya è possibile ascrivere una plusvalenza importante, mentre nel frattempo si raccoglie quello che è possibile. E così il vero direttore sportivo della società, diventa mister plusvalenza. Se riesci a farle sei bravo. 

E in questo vortice di bilanci da pareggiare, poco conta se hai in rosa un possibile fenomeno. Devi vendere e basta. Altro esempio Kean che la Juve ha preso a 5 milioni per cederlo in questa sessione all’Everton per 27 con una plusvalenza di 22 milioni. Ormai si ragiona sono in quest’ottica, perché nel calcio quello che realmente conta è il parametro monte ingaggi e fatturato che se finisce in negativo rischia di finire sotto la lente d’ingrandimento della Uefa. La Juve è paradossalmente al limite e per questo deve continuare a cedere, magari anche pezzi pregiati per la rosa per sistemare il bilancio. Meglio una ricca plusvalenza, senza ombra di dubbio. La nuova strategia è quella di scambiarsi calciatori sopravvalutando la loro quotazione, accordo da raggiungere con ambo le società, e soprattutto spalmare l’acquisto in due o più esercizi, tanto per non gravare pesantemente i bilanci. Perché, al di là della cifra d’acquisto di un calciatore, a pesare in modo sostanzioso è il monte ingaggi. Offrire di più per ingaggiare il calciatore top della stagione, per poi correre ai ripari perché superato il 70% del parametro tra monte ingaggi e fatturato, si rischia pesantemente. Ma si va avanti. E allora ecco che la Juve è obbligata a vendere ancora. Parliamo di Juve perché al momento è quella che ne ha maggiormente bisogno: Mandzukic, Dybala, Higuain, Matuidi, i pezzi da cedere a tutti i costi, ma soprattutto la Yoya è colui che può dare una sterzata al bilancio perché la plusvalenza sarebbe netta. I 40 milioni di cifra spesa per l’acquisto dal Palermo, sono stati abbondantemente ammortizzati, per cui si tratterebbe di plusvalenza piena. Conviene alla Juve darlo via il prima possibile.

Un sistema destinato a finire male. Abbiamo parlato di Juve perché è la grande in campo italiano che può permettersi lauti ingaggi e altrettanto importanti acquisti. Fuori va anche peggio. L'ultima riguarda Neymar che è il re delle plusvalenze. Ne ha generata una da 140 milioni passando dal Barcellona al Psg e adesso rischia di far saltare il banco perché il Real è pronto ad investire sul brasiliano una cifra semplicemente mostruosa. Un giro da circa 500 milioni di euro tra acauisto cartellino e ingaggio con Neymar che andrebbe a percepire qualcosa come 4 milioni al mese (40 all'anno netti). Follie. Klopp, tecnico del Liverpool, ma anche Rummenigge del Bayern, hanno lanciato l'allarme. Così il calcio muore perché rischia di arrivare al collasso, al punto di non ritorno. Plusvalenze e commissioni per gli agenti sempre più elevate. Ecco perché con questo sistema rischia di essere sfiduciata la posizione del direttore sportivo. Una volta eri bravo se andavi a pescare il futuro fuoriclasse a cifre irrisorie, adesso devi solo fare i conti con i bilanci, con le plusvalenze. Forse era molto meglio prima. I tifosi si innamoravano, impazzivano al sorgere di una trattativa. Adesso fanno fatica a capire perché un tifoso pensa con il cuore. Non con le plusvalenze.