Drammatico appello del Patriarca di Antiochia per i vescovi rapiti in Siria

“Oggi, i cristiani d’Oriente cercano qualcuno che ascolti la loro chiamata; ma invano!”. Questo l’appello all’Europa di Sua Beatitudine Giovanni X, patriarca greco ortodosso di Antiochia e di tutto l’Oriente, a favore dei cristiani della Siria e del Medio Oriente, martoriati dalla guerra, pronunciato durante la cerimonia di apertura della Conferenza “Strade di Pace”, organizzato a Münster dalla Comunità di Sant’Egidio. Lo riporta l’AgenSir. Presenti all’evento anche la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani.

Rapimento del fratello del Patriarca

Il patriarca, fratello del vescovo greco ortodosso di Aleppo, rapito quattro anni fa assieme a Mar Gregorios Youhanna Ibrahim (vescovo siro ortodosso di Aleppo), denuncia: “Non riesco a capire come la comunità mondiale ignori il caso dei vescovi Youhanna Ibrahim e Paul Yazigi e degli altri sacerdoti presi in ostaggio da più di quattro anni. Non riesco a capire come i leader politici di questo mondo possano stare a braccia conserte a guardare la violenza sanguinosa nel nostro Paese, solo per favorire interessi economici e geopolitici che servono ai loro schemi disumani a breve termine”.

Piantare le radici della pace in Medio Oriente

Ma non c’è solo la questione dei vescovi e dei religiosi rapiti, tra cui non va dimenticato il gesuita padre Paolo Dall’Oglio. L’invito di Giovanni X è a diffondere “la cultura del dialogo in Medio Oriente, spazzando via la cultura della spada”, quindi a “liberare il nostro Paese dalla presa del terrorismo; fermare il flusso di armi e richiamare indietro le navi. Le navi da guerra non possono proteggerci né le navi di emigrazione! Piantare le radici della pace è la sola cosa che può proteggerci. Siamo radicati qui, in tutto l’Oriente, da duemila anni! Siamo nati qui, abbiamo vissuto qui e qui moriremo”.

Convivenza pacifica

Per il Patriarca “l’esperienza della sofferenza dovrebbe riunire i popoli invece di distruggerli” ed è necessario “collaborare per guarire le nostre società attraverso una sincera riconciliazione e una vera costruzione della pace”. A tal fine, ha concluso, “nella Chiesa di Antiochia e di tutto l’Oriente viviamo mantenendo una grande speranza e crediamo che la convivenza pacifica e il dialogo sincero tra tutte le religioni, le comunità e le culture è il fondamento della riconciliazione duratura e della vera pace”.