Un “bug” nel software: 745 mila pacemaker a rischio hackeraggio

A causa di un “bug” nel software oltre 745 mila pacemaker in tutto il mondo sono teoricamente a rischio hackeraggio. E’ quanto ha affermato la casa produttrice, che ha invitato tutti portatori dei dispositivi a far aggiornare il “firmware”, ossia il sistema operativo dei pacemaker.

L’allarme

L’allarme è stato lanciato dalla Food and Drug Administration (Fda) – l’ente statunitense che si occupa della sicurezza di alimenti, farmaci e dispositivi clinici – e riguarda i dispositivi prodotti dalla San Jude Medical, recentemente acquisita dalla multinazionale Abbott. La Fda ha comunicato che negli Stati Uniti sono circa 465 mila i dispositivi interessati, ma la Abbott ha comunicato che ci sono almeno altri 280 mila pacemaker con lo stesso difetto. questi dispositivi sono in grado di comunicare con l’esterno tramite wi-fi per regolare alcune funzioni. Questa possibilità, teoricamente, potrebbero essere sfruttata da alcuni malintenzionati che potrebbero compromettere l’uso del pacemaker causando notevoli danni ai pazienti.

I modelli a rischio

Come specificato dalla Fda, i modelli a rischio sono Accent, Anthem, Accent Mri, Accent St, Assurity e Allure. La casa produttrice ha invitato i pazienti a recarsi dal loro medico curante per controllare il tipo di pacemaker impiantato e, successivamente, aggiornare il firmware. Un’operazione non invasiva che richiede intorno ai tre minuti ma che potrebbe avere degli effetti collaterali. Infatti, in seguito all’aggiornamento il pacemaker potrebbe smettere di funzionare e parte dei dati clinici raccolti potrebbe andare persa.