Il grido del Papa: “In 130 morti in mare senza aiuti, è il momento della vergogna”

Il Santo Padre contro l'indifferenza: "Preghiamo anche per chi può aiutare ma guarda altrove". E ai nuovi sacerdoti: "Non siate imprenditori"

Papa Francesco Regina Caeli
Foto © Vatican Media

“Vi confesso che sono molto addolorato per la tragedia che ancora una volta si è consumata nei giorni scorsi nel Mediterraneo. Centotrenta migranti sono morti in mare. Sono persone, sono vite umane, che per due giorni interi hanno implorato invano aiuto, un aiuto che non è arrivato”. E’ un grido di dolore quello che si leva dalla finestra che affaccia su Piazza San Pietro, dalla quale Papa Francesco ha pronunciato il Regina Coeli della quarta Domenica di Pasqua. Al termine del quale torna a richiamare l’attenzione del mondo sul dramma delle rotte migratorie, a seguito di una nuova tragedia nelle acque del Mare Nostrum. “Interroghiamoci tutti su questa ennesima tragedia. È il momento della vergogna. Preghiamo per questi fratelli e sorelle, e per tanti che continuano a morire in questi drammatici viaggi. Preghiamo anche per coloro che possono aiutare ma preferiscono guardare da un’altra parte”.

Papa Francesco ordinazioni
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L’ordinazione dei sacerdoti

Un invito alla preghiera, oltre che a una presa di coscienza. Che arriva nella giornata in cui il Santo Padre presiede in San Pietro l’ordinazione di nove diaconi. E nell’omelia della Santa Messa, ricorda loro come l’elevazione all’ordine del presbiterato significhi essere pastori, come lo fu Gesù: “Pastori che vanno con il popolo di Dio: a volte davanti al gregge, a volte in mezzo o dietro, ma sempre lì, con il popolo di Dio”. Parla quasi totalmente a braccio il Pontefice, ricordando che quella sacerdotale “non è una ‘carriera’: è un servizio, un servizio come quello che ha fatto Dio al suo popolo. E questo servizio di Dio al suo popolo ha delle ‘tracce’, ha uno stile, uno stile che voi dovete seguire. Stile di vicinanza, stile di compassione e stile di tenerezza. Questo è lo stile di Dio. Vicinanza, compassione, tenerezza”.

Le vicinanze

Tre parole che Papa Francesco dona ai nuovi ordinati, ma nella consapevolezza che ognuna  raccolga in sé molti più significati. La vicinanza, ad esempio, ne custodisce quattro da tenere in debita considerazione: la vicinanza con Dio, con la preghiera e i sacramenti. Ma anche al Vescovo, perché in lui vi sarà l’unità. E ancora, la vicinanza fra loro stessi, affinché nessuno sparli mai dell’altro. Infine, la vicinanza al santo popolo fedele di Dio. “Non dimenticatevi da dove siete venuti: della vostra famiglia, del vostro popolo… Non perdete il fiuto del popolo di Dio“.

Il Papa: “Sacerdoti, non imprenditori”

Ribadisce un monito Papa Francesco, che affida ai nuovi sacerdoti affinché sappiano sfuggire a ciò di cui avverte: “Per favore, allontanatevi dalla vanità, dall’orgoglio dei soldi. Il diavolo entra ‘dalle tasche’. Pensate questo. Siate poveri, come povero è il santo popolo fedele di Dio. Poveri che amano i poveri. Non siate arrampicatori. La “carriera ecclesiastica”… Poi diventi funzionario, e quando un sacerdote inizia a fare l’imprenditore… perde quella vicinanza al popolo, perde quella povertà che lo rende simile a Cristo povero e crocifisso, e diventa l’imprenditore, il sacerdote imprenditore e non il servitore”.