Nuova scia di attentati in Afghanistan: colpiti i militari e una moschea, decine di morti

Nuova scia di attentati in Afghanistan. Almeno otto membri delle forze di sicurezza sono morti in due attacchi portati a termine nella provincia meridionale di Helmand e in quella sud-orientale di Paktia. Lo riferisce la tv Tolo di Kabul. L’emittente ha segnalato che i talebani, che hanno rivendicato l’operazione, hanno colpito un check-point nel distretto di Nawa in Helmand, con un bilancio di 6 agenti di polizia uccisi e 3 feriti. Successivamente 2 militari operanti al servizio del Dipartimento nazionale della sicurezza (Nds, servizi di intelligence) sono morti in un’esplosione quando l’auto su cui viaggiavano ha urtato un rudimentale ordigno (ied) nell’area di Chawk-e-Ghazni di Gardez City, capoluogo di Paktia. Questo attentato non è stato, però, per il momento rivendicato.

In precedenza era stata colpita una moschea sciita a Herat, nell’Afghanistan occidentale. Due i jihadisti autori della strage: il primo si è fatto esplodere fuori dal luogo di culto, il secondo ha poi aperto il fuoco sui fedeli all’interno dell’edificio. Lo riferisce la stampa locale. Il bilancio è di almeno 29 morti e 30 feriti. Il duplice attentato è stato confermato dal portavoce del governo provinciale e da fonti ospedaliere che hanno indicato come il bilancio delle vittime potrebbe aumentare perché molti feriti sono in gravi condizioni. Subito dopo la sanguinosa operazione i talebani hanno preso le distanze da essa per bocca del loro portavoce Zabihullah Mujahid.

Il presidente afghano Ashraf Ghani ha duramente condannato l’attacco alla moschea. In una dichiarazione fatta pervenire ai media il capo dello Stato ha chiesto ai massimi leader religiosi del Paese di “levare la loro voce per condannare simili deprecabili attentati“. Sull’incidente un giornalista locale ha detto all’Ansa per telefono di ritenere che “i morti ed i feriti sono molti di più di quelli ammessi ufficialmente” perché “io stesso ho visto molte decine di cadaveri giacenti al suolo in ospedale”.