Buy now Pay Later, un fenomeno in forte crescita: ecco di cosa si tratta

Il consumatore deve ricordare che non si tratta di un omaggio, ma di un finanziamento. Potrebbe essere uno specchietto per le allodole e portare allo spreco

Il “Buy Now Pay Later” (BNPL), corrisponde all’italiano “compri ora paghi dopo” ed è una nuova forma di pagamento, a livello mondiale, basata su piattaforme specifiche del commercio elettronico, che sta prendendo sempre più piede, per fronteggiare l’attuale fase di minor disponibilità economica. In Italia, dal 2019 al 2021, ha rappresentato, come forma di pagamento, una percentuale in salita dall’1% al 4%, con trend in forte crescita. Per certi versi, non si tratta di una novità assoluta, esistendo, da molto tempo, delle forme di pagamento dilazionate.

Ci sono, tuttavia, delle differenze rilevanti. Il BNPL, infatti, nel dilazionare (senza interessi) i pagamenti del consumatore, dispone subito l’incasso per il negoziante (sia fisico che elettronico) convenzionato al servizio. Questa dinamica si innesca in quanto il fornitore del servizio di pagamento paga subito (appena il cliente conferma l’acquisto), per intero, la somma al negoziante che, quindi, non corre rischi. Il negoziante (detto retailer) corrisponde una commissione al fornitore, per il servizio prestato. Il venditore consegue un pagamento immediato; il cliente può personalizzare il pagamento. Quest’ultimo, senza versare alcun anticipo, sceglie la forma e la rateizzazione (in genere 3 rate) e, in caso di insolvenza, sa che dovrà pagare delle maggiorazioni. Il servizio è nato per le spese in ambito tecnologico, dei viaggi e dell’abbigliamento, ora si sta spostando verso tutti i settori e le tipologie commerciali.

Tra le piattaforme più conosciute che operano nel BNPL, ci sono la svedese Klarna, l’australiana Afterpay e la statunitense Affirm. Anche PayPal, Visa, Amazon e Apple pay, hanno proposto formule per questo nuovo sistema di pagamento. Non è più una tendenza, una moda, è una realtà, un fenomeno reale e in crescita. Una prima accelerazione a questa forma di pagamento, si è avvertita durante il lockdown del 2020, quando, l’altrettanto ricorso, generico, al commercio elettronico, ha avuto un enorme incremento.

La Banca d’Italia ha pubblicato, nello scorso novembre, uno studio a cura dell’economista Lorenzo Gobbi, intitolato “Buy Now Pay Later, caratteristiche del mercato e prospettive di sviluppo” (visibile al link https://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/qef/2022-0730/QEF_730_22.pdf). L’autore specifica “Dopo avere fornito un inquadramento generale del fenomeno BNPL e alcune statistiche relative alla penetrazione del mercato, questo lavoro passa in rassegna il contesto normativo esistente, sia in termini di disciplina contrattuale che con riferimento al suo regime autorizzativo”. Precisa alcuni dati “Le previsioni mostrano il BNPL in crescita ovunque: FIS (azienda leader della tecnofinanza NdA) prevede che nel 2025 rappresenterà a livello globale il 5 per cento del valore dei pagamenti e-commerce e il 2 per cento del valore dei pagamenti in negozi fisici. In Europa gli stessi dati si dovrebbero attestare rispettivamente al 12 per cento e al 3 per cento. Le previsioni di crescita trovano conferma anche in altre fonti. Secondo Statista (sito di statistica e ricerca NdA) il valore globale delle transazioni BNPL fra il 2020 e il 2021 è salito da 60 miliardi di dollari a 120 miliardi di dollari e crescerà a 481 miliardi di dollari entro il 2025. […] Una recente indagine di Sopra Steria e Galitt (aziende leader nella consulenza, nei servizi digitali e nel settore dei sistemi di pagamento automatico NdA) ha messo in evidenza che i consumatori italiani gradiscono le soluzioni BNPL, soprattutto per il pagamento di articoli costosi (65 per cento), ma anche per altre esigenze fra le quali il pagamento di beni essenziali come spesa, multe e bollette. La stessa rilevazione mostra pure che una parte degli italiani conserva qualche perplessità rispetto a questo modello di business, con il 44 per cento dei consumatori che teme i pericoli del debito e il 43 per cento che crede ci possano essere costi aggiuntivi nascosti.[…] Quanto al segmento di clientela, è la generazione dei Baby Boomers (ovvero i nati dal 1944 al 1964) quella che fa registrare la crescita maggiore, con un trend medio del +173 per cento”.

Statista indica anche l’incremento del BNPL, nel periodo 2016-2019, per alcuni Paesi.  Se la Svezia svetta, passando dal 12 al 25%, un notevole incremento lo hanno mostrato anche la Germania (dal 3 al 18%) e la Norvegia (dal 5 al 13%). Gran Bretagna, Francia e Giappone sono ancora fermi, oscillando tra l’1 e il 3% circa. Nel mondo, a livello globale, si è passati dallo 0,4% all’1,6%.

Milanofinanza, quotidiano del settore, il 28 dicembre 2021, al link https://www.milanofinanza.it/news/fabrick-il-buy-now-pay-later-forte-anche-in-italia-28-6-tra-il-2021-e-il-2028-202112281326312810, scriveva “Il Buy Now Pay Later si confermerà un trend forte anche per il 2022, soprattutto in considerazione delle stime e della penetrazione che ha sul retail. Il fenomeno ha superato quota 90 miliardi di dollari nel 2020 e si prevede raggiungerà i 3mila miliardi di dollari entro il 2030. In Italia ci si aspetta un incremento del 28,6% tra il 2021 e il 2028”.

Pur di far aumentare i consumi e di accumulare denaro, ci si industria a elaborare forme sempre più nuove e convenienti per tutti, apparentemente anche per il cliente (in realtà, di continuo invogliato a comprare). Il sistema strizza l’occhio a chi ama lo shopping e ne è quasi dipendente; al tempo stesso cerca di far cadere le ultime remore ai compratori più attenti, convincendoli con le comode caratteristiche di cui è dotato. Così comodo al punto di rendere, per chi lo compie, l’acquisto sempre più impalpabile, leggero, quasi inavvertito. I soldi, tuttavia, escono, eccome, dal salvadanaio. La spinta è verso consumi esagerati e, soprattutto, non utili. 

Quello che occorre capire è che la formula è comunque una forma di finanziamento, non un cortese omaggio e che la dilazione nel tempo non fa dimenticare, a chi spetta, il pagamento delle rate; di questo se ne deve render conto quel terzo dei consumatori che, fisiologicamente, non rispetta le scadenze delle rate. Si tratta di un’opportunità ma occorre prestare attenzione: la comodità del pagamento può indurre a effettuarne molti, troppi.

Il sistema di pagamento, quindi, si rivela efficace per il venditore (che incassa subito, senza rischi, il dovuto) e per l’acquirente, che può dilatare la sua spesa nel tempo. Queste comodità, se non gestite con equilibrio, possono condurre a delle distorsioni, a fomentare l’irrefrenabile shopping compulsivo che conduce ad acquistare oltre le proprie possibilità e indipendentemente dalla necessità di procurarsi il bene. Il BNPL può divenire, quindi, uno specchietto per le allodole e portare allo spreco, al consumismo sfrenato, insensato e voluttuario.

Papa Francesco nel 2013 affermò “Si deve lottare per vivere, e spesso per vivere in modo non dignitoso. Una delle cause di questa situazione, a mio parere, sta nel rapporto che abbiamo con il denaro, nell’accettare il suo dominio su di noi e sulle nostre società. Così la crisi finanziaria che stiamo attraversando ci fa dimenticare la sua prima origine, situata in una profonda crisi antropologica. Nella negazione del primato dell’uomo! Abbiamo creato nuovi idoli. L’adorazione dell’antico vitello d’oro (cfr Es 32,15-34) ha trovato una nuova e spietata immagine nel feticismo del denaro e nella dittatura dell’economia senza volto né scopo realmente umano. La crisi mondiale che tocca la finanza e l’economia sembra mettere in luce le loro deformità e soprattutto la grave carenza della loro prospettiva antropologica, che riduce l’uomo a una sola delle sue esigenze: il consumo. E peggio ancora, oggi l’essere umano è considerato egli stesso come un bene di consumo che si può usare e poi gettare”.

Accumulare è sinonimo di egoismo. Si sa come l’ingordigia e l’avidità siano le basi, per l’individuo sempre più insoddisfatto, dell’ingiustizia, dell’invidia e della violenza. Il superfluo si muove a braccetto nella dimensione del “tutto” e nel tempo del “subito”: si tratta di una relazione perversa che può incanalare la persona verso situazioni di criticità economica, in grave spregio per chi, fortemente limitato nei mezzi, è sicuramente più avveduto per quel poco o niente che possiede.