Il Palazzo delle Zattere di Venezia si trasforma in Museo

Il Palazzo delle Zattere di Venezia diventerà un museo. Sarà la Vac Foundation a occuparsi del suo restauro e alla sua riconversione in una sede espositiva e museale. Il Palazzo, ubicato nel sestiere di Dorsoduro e affacciato sul canale della Giudecca, è stato costruito nel XVII secolo. A partire dal XIX secolo è divenuto di proprietà della nobile famiglia franco-austriaca dei conti Ficquelmont e poi passato in successione ai loro eredi, i principi austriaci Clary-und-Aldringen, da cui prese il nome.

Costruito in stile tardo-rinascimentale, si sviluppa su tre piani, due dei quali erano dedicati alla famiglia nobile che vi risiedeva. Il retro del palazzo costituito da due ali che formano una pianta a “U”, dove si trova un piccolo giardino racchiuso da mura che, grazie ad un’apertura ad arco, permettono la vista del fiume di Ognissanti. “Abbiamo deciso non solo di mettere a reddito un bene come ci invita la legge ma di valorizzarlo – ha dichiarato il presidente dell’Autorità portuale di Venezia Paolo Costa – scegliendo un partner di rilievo che potesse fare di questo storico palazzo un luogo aperto ai cittadini e ai visitatori che ogni anno giungono a Venezia. Un vero gioiello che racchiude storia e tradizioni che si è deciso di non vendere, di non adibire a hotel o struttura ricettiva, ma di affidare a una fondazione culturale di rilevo il cui progetto fosse perfettamente compatibile con gli spazi e coerente con la sua destinazione urbanistica”.

Il restauro dell’intero Palazzo delle Zattere costerà alla Vac Foundation almeno 4 milioni di euro e il contratto, che già è stato firmato, avrà una durata di 18 anni. “Siamo orgogliosi di poter contribuire alla rinascita di un palazzo così importante – ha commentato Teresa Iarocci Mavica, direttrice della Vac Foundation – come il palazzo delle Zattere e di poter donare alla città ancora un’istituzione culturale che sento di poter affermare arricchirà ulteriormente Venezia facendone sempre più la capitale dell’arte”.