LE PAROLE DI BERGOGLIO OLTRE LA MURAGLIA CINESE

“Ammiro la Cina, la sua grande cultura, la sua inesauribile saggezza“. Papa Francesco con queste parole rivela la sua stima, il rispetto e la grande ammirazione per il popolo e la cultura cinesi. Lo fa attraverso un’intervista che è di per sé un evento storico: Bergoglio, infatti, ha concesso un colloquio di circa un’ora al quotidiano online di Hong Kong “Asia Times”, registrato il 28 gennaio in Vaticano ma pubblicato in questi giorni in occasione del capodanno cinese (ricorre l’8 febbraio). Il Papa, senza entrare nei temi politici o religiosi, tende direttamente la mano alla nazione nipponica e al suo governo, rivolgendo gli auguri allo stesso presidente Xi Jinping.

“Il mondo non deve temere la rapida crescita della Cina”, dice Bergoglio nel suo intervento in inglese con Francesco Sisci, che segna un rinnovato interesse reciproco nei rapporti tra Santa Sede e Pechino, forse mai così avanzato da quando, nel ’49, si ruppero le relazioni diplomatiche. Inoltre, vanno avanti anche gli incontri e i colloqui tra le delegazioni pontificie e quelle cinesi, sia a Pechino che a Roma, in Vaticano, sui temi di interesse bilaterale, con al centro la questione della nomina dei vescovi. A breve Pechino potrebbe aprire la strada a un accordo su questo tema, col riconoscimento dell’ultima parola al Pontefice sulla scelta dei presuli( tra una rosa di nomi “graditi” al parlamento). “Per me la Cina è sempre stata un punto di riferimento. pPiù che un paese, una grande cultura con una saggezza inesauribile”.

Bergoglio ricorda Matteo Ricci e Marco Polo, che “portò gli spaghetti in Italia. Quando ho sorvolato la Cina per la prima volta (Francesco è stato il primo Papa in assoluto a sorvolare la nazione rossa in occasione del suo viaggio in Corea), in aereo mi è stato detto ‘tra dieci minuti entreremo nello spazio aereo cinese e invieremo il suo saluto’, confesso di avere provato una grande emozione, cosa che di solito non mi accade. Mi sono commosso per il fatto di sorvolare questa ricchezza di cultura e saggezza. Non dobbiamo temere sfide di alcun genere, poiché tutti, uomini e donne, hanno in loro la capacità di trovare modi di coesistenza, di rispetto e di ammirazione reciproca. Ed è evidente che conoscenza tecnologica non possono rimanere rinchiuse in un Paese; tendono a espandersi, a diffondersi, a comunicare. E’ ovvio – prosegue – che quando la comunicazione avviene in tono aggressivo per difendere se stessi, ne risultano delle guerre. E’ una grande sfida mantenere l’equilibrio della pace”.

Bergoglio non dimentica il Vecchio Continente: secondo Francesco, anche “Nonna Europa riceve da questo antichissimo paese un contributo sempre più ricco”. Dunque, è “necessario accettare la sfida e correre il rischio di bilanciare questo scambio per la pace. Il mondo occidentale, il mondo orientale e la Cina hanno tutti la capacità di mantenere l’equilibrio della pace e la forza di farlo”. Il Pontefice apprezza la fine della politica cinese sul figlio unico, definito dallo stesso Papa “un problema doloroso”. Ma per Francesco, “la storia di un popolo è sempre in cammino: talvolta cammina più velocemente, altre volte più lentamente, altre ancora si ferma, a volte fa un errore e ritorna un po’ indietro, oppure prende il cammino sbagliato e deve ritornare sui propri passi per seguire quello giusto”. Tuttavia, “quando un popolo va avanti significa che sta facendo storia. Penso che il popolo cinese stia andando avanti, ed è questa la sua grandezza”. E’ necessario “assumersi la responsabilità del proprio cammino”, anche per “riconciliarsi con la propria storia”.

Francesco ritiene anche che la grandezza della Cina, oggi, stia nel guardare “al futuro. Alla vigilia del nuovo anno, è con l’invio dei miei migliori auspici e auguri al presidente Xi Jinping e a tutto il popolo cinese”, con la “speranza che non perda mai la consapevolezza storica di essere un grande popolo, che ha molto da offrire al mondo. Il mondo guarda alla vostra grande saggezza”. A tutta la nazione giunge l’auspicio di “andare avanti per aiutare e cooperare con tutti nella cura per la nostra casa comune e i nostri popoli comuni”. E’ la prima volta, in duemila anni, che un Papa rivolge gli auguri a un leader cinese per il nuovo anno lunare.

La Cina è sempre più vicina alla Santa Sede, e il governo nipponico si è detto contento di quanto detto dal Pontefice. “Siamo a conoscenza di questo importante articolo: la parte cinese è sempre sincera nel voler migliorare le relazioni sino-vaticane. Per fare questo – ha aggiunto – vorremmo continuare ad avere questo costruttivo set di rilevanti principi e trovarci a metà strada per il miglioramento”.