‘Ndrangheta: confiscati 212 milioni al “miliardario del bitume”

L'imprenditore Domenico Gallo, 65 anni, è indiziato di contiguità con le cosche Piromalli e Zagari-Fazzalari della 'ndrangheta calabrese

Alcuni dei beni confiscati

Beni per un valore di 212 milioni di euro sono stati confiscati dalla Guardia di finanza di Reggio Calabria e dallo Scico (Servizio Investigazione Criminalità Organizzata della Gdf) all’imprenditore Domenico Gallo, 65 anni, indiziato di contiguità con le cosche Piromalli e Zagari-Fazzalari della ‘ndrangheta calabrese, in esecuzione di un provvedimento richiesto dalla Dda.

Secondo quanto é emerso dalle indagini, c’era una sproporzione tra il profilo reddituale dichiarato e quello patrimoniale del nucleo familiare di Gallo. Per i pm, grazie a una serie di società a lui riconducibili o, comunque, nella sua disponibilità, l’imprenditore ha illecitamente operato in diversi contesti territoriali sia provinciali che nazionali.

Oltre a svariate disponibilità finanziarie, la confisca odierna ha riguardato 13 società di capitali con il relativo patrimonio aziendale, le quote di un’altra società, 11 immobili, tra terreni e fabbricati e una villa di pregio, un autoveicolo e 12 orologi di lusso.

La ‘ndrina Piromalli, la più potente d’Europa

I Piromalli sono una ‘ndrina calabrese di Gioia Tauro. Secondo la DIA sono la più grande e influente cosca dell’Europa occidentale, con più di 400 famiglie e diverse migliaia di affiliati.

Sono tra i fondatori della ‘Ndrangheta calabrese presenti sul territorio da più di cento anni. Operano in Calabria, in particolare nella Piana di Gioia Tauro, ma hanno anche interessi in Sicilia, nella Toscana sud est, nel basso Lazio, in Puglia, in Basilicata, nell’area milanese e nell’area del Nord-Est italiana come affermato nella seconda relazionale semestrale del 2016 della DIA.

Hanno anche proiezioni internazionali tra cui, come confermato dalle recenti operazioni delle forze dell’ordine, negli Stati Uniti ed in Romania mentre in Sud America avrebbero contatti in Brasile, Venezuela e Perù.

Domenico Gallo, il “miliardario del bitume”

Un collaboratore di giustizia aveva definito Domenico Gallo il “miliardario del bitume” perché é riuscito a creare, nel giro di alcune decine di anni, quell’amalgama con esponenti della ‘ndrangheta, rappresentanti della pubblica amministrazione e faccendieri che gli ha consentito di accaparrarsi l’esecuzione di grandi opere pubbliche.

Sin dal 1985 le informative della polizia lo indicavano quale emergente elemento di spicco della nuova alleanza tra imprenditoria mafiosa e mondo politico-amministrativo a livello locale e nazionale.

Il nome di Gallo è comparso in numerose indagini contro la ‘ndrangheta. La sua figura, infatti, spunta nelle inchieste “Cumbertazione”, “Martingala” e “Waterfront“, condotte dai finanzieri del Gico e dello Scico, con il coordinamento della Dda reggina.

Inoltre, il coinvolgimento di Gallo in contesti di criminalità organizzata era emerso anche nelle inchieste “Chaos”, “Amalgama”, “Arka di Noè” e “Red Line”  per la commissione di reati di natura economico finanziaria, nonché contro la pubblica amministrazione.

Misura di sorveglianza

Adottato su richiesta del procuratore Giovanni Bombardieri, dell’aggiunto Calogero Gaetano Paci e del pm Gianluca Gelso, il provvedimento di confisca di beni conferma il sequestro degli stessi disposto nel 2018 dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria e prevede anche, per Gallo, la misura della sorveglianza speciale per 5 anni.