Leucemie, linfomi e Mieloma. Una giornata per la lotta contro i tumori del sangue

In occasione della Giornata Nazionale per la lotta contro Leucemia, Linfomi e Mieloma, Interris.it ha intervistato la prof.ssa ematologa Giorgina Specchia (AIL)

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Fonte: UIL. A destra la Prof.ssa Giorgina Specchia

In Italia ogni anno vengono diagnosticati circa 33.000 tumori del sangue, la cui forma più conosciuta è la leucemia. Secondo le stime dell’AIL nel 2019 in Italia ci sono stati circa 8.600 nuovi casi. Le leucemie vengono comunemente distinte in acute e croniche in base alle caratteristiche cliniche e alla velocità di progressione della malattia. Nelle leucemie acute il numero di cellule tumorali aumenta velocemente e la comparsa dei sintomi è precoce, mentre nelle leucemie croniche le cellule maligne tendono a proliferare più lentamente, pur accumulandosi nel tempo in quantità notevole nel sangue e, o negli organi. 

In occasione della 18° edizione della Giornata Nazionale per la lotta contro Leucemie, Linfomi e Mieloma che si celebra oggi, Interris.it ha intervistato la Prof.ssa Giorgina Specchia, ematologa e componente del Comitato Scientifico AIL Nazionale.

L’intervista

Prof.ssa come si suddividono i tumori ematologici?

“Si differenziano in leucemie acute, leucemie croniche, linfomi, mielomi e in sindromi mielodisplastiche. Ad oggi, tra i tumori del sangue, le leucemie sono le più conosciute e si differenziano in forme derivate dalla linea mieloide e dalla linea linfoide che in entrambi i casi si differenziano ulteriormente in croniche e acute. Tutti i tumori del sangue sono caratterizzati dalla proliferazione incontrollata di cellule immature che possono invadere il torrente ematico ed eventuali altri organi. Queste cellule che proliferano nel midollo osseo impediscono la produzione delle cellule normali del sangue e cioè i globuli rossi, i globuli bianchi e le piastrine”.

Si sente molto parlare di leucemie mieloidi, quali sono le caratteristiche e chi colpiscono maggiormente?

“Le leucemie mieloidi acute (LMA) sono tumori ematologici molto eterogenei in rapporto alle caratteristiche genetico molecolari delle cellule immature (blasti). Tali leucemie sono più frequenti nei soggetti adulti e anziani, mentre più rare nei bambini e negli adolescenti. Ad oggi purtroppo non si conoscono le cause specifiche che determinano la ‘proliferazione anarchica’ di queste cellule, ma non si può escludere in maniera assoluta che fattori tossico ambientali possano favorire l’insorgenza di tali tumori ematologici”. 

Ci sono forme di leucemie acute più gravi di altre?

“La gravità delle leucemie acute in ogni singolo paziente è determinata da molteplici fattori. Questi ultimi sono anomalie genetico molecolari del clone leucemico e profilo clinico del paziente, quali l’età e la coopresenza di altre patologie, tra cui il diabete, le cardiopatie, e le patologie polmonari. Infatti nella maggior parte dei casi i soggetti anziani presentano leucemie acute mieloidi a prognosi più grave in rapporto al fatto che sono soggetti fragili e dunque non sempre possono sottoporsi a chemioterapie standard. Oggi però grazie a nuovi farmaci possono effettuare terapie di contenimento della malattia e terapie di supporto quali le trasfusioni di emocomponenti (globuli rossi, piastrine, etc)”.

Cosa deve fare un paziente che teme di essere affetto da una malattia ematologica?

“Innanzitutto deve condividere con il medico curante o con un ematologo i sintomi sospetti di una malattia del sangue e pianificare il percorso diagnostico presso un centro di ematologia. Questo iter comprende varie indagini, quali gli esami del sangue periferico, esami del midollo, ecografie, rx e altre. Dopo che le indagini sono state completate l’ematologo comunica la diagnosi al paziente e ai suoi familiari, condivide il programma terapeutico e il paziente inizia il suo percorso di cura. In questa fase è importante il supporto degli operatori sanitari e dei volontari dell’AIL, tra i quali gli psicologi, per poter affrontare con più coraggio il trattamento e non sentirsi soli”.

C’è un modo per prevenire questi tumori?

“Si tratta di patologie per cui non è possibile parlare di prevenzione nel modo classico del termine come per esempio si può fare per il tumore della mammella o del colon. Si può però effettuare una diagnosi precoce fondamentale per intervenire in tempo. Per questo motivo consigliamo di vigilare sui sintomi come la febbre, la stanchezza, la dispnea ed eventuali manifestazione emorragiche. Inoltre suggeriamo di effettuare le indagini di laboratorio di primo livello come l’emocromo completo, condividendo tutto con il proprio medico di fiducia. Infine, è sempre consigliabile condurre uno stile di vita salutare, sia in termini di alimentazione, sia evitando abitudini dannose come il fumo e l’abuso di alcol”.