I big di Internet sotto esame al Congresso americano

Cos’hanno in comune Google, Amazon, Facebook e Apple? In questo periodo le 4 big sono contemporaneamente “sotto esame” al Congresso americano! È la prima volta nella storia: i 4 CEO (amministratori delegati) delle aziende precedentemente citate sono comparsi “insieme” durante un’audizione antitrust che il Congresso ha voluto convocare!
L’accusa “ufficiale” è quella di aver “adottato pratiche non concorrenziali” per potersi imporre sul mercato high-tech a discapito delle altre aziende concorrenti.

L’audizione dei 4 si è tenuta in videoconferenza davanti a 12 membri del Congresso, che hanno anche cercato di capire se si stiano aggirando le norme antitrust negli Stati Uniti ed, eventualmente, in che modo. Per più di 5 ore i 4 amministratori delegati hanno parlato di più argomenti: dalla non censura di Donald Trump alla necessità di bloccare il potere degli “imperatori dell’economia on-line”, dai rapporti economici con la Cina alle fake news, dall’odio su Facebook alle condizioni lavorative dei dipendenti, dai requisiti per l’accesso agli App Store alla privacy dei dati.

Jeff Bezos di Amazon ha sottolineato quanto la sua azienda sia un’importante risorsa, con il marketplace, per le piccole e medie aziende, avendo creato oltre due milioni di posti di lavoro negli ultimi anni. Amazon, dal punto di vista del suo amministratore delegato, non rappresenta nemmeno l’1% del mercato globale al dettaglio e nemmeno il 4% di quello americano. Inoltre deve far fronte alla concorrenza delle grandi catene, tipo Walmart, e delle altre piattaforme come Shopify o Instacart.

Alla domanda “Il fatto che Amazon produca e venda prodotti in competizione diretta coi venditori non è intrinsecamente un conflitto di interessi, specie quando è Amazon a fare le regole?”, Bezos ha tranquillamente risposto: “E’ il cliente che sceglie”!

Tim Cook di Apple ha dichiarato, anche lui, che la sua azienda ha creato “quasi due milioni di posti di lavoro negli Stati Uniti” e che la presenza dei suoi competitor non consente, in nessun modo, di avere una quota dominante nei mercati in cui vende i suoi prodotti. Alla domanda “che ne pensa dei lavori forzati?”, Cook ha detto “Lasciate che sia chiaro: i lavori forzati sono una cosa ripugnante e non li tollereremo mai nella nostra azienda!”.

Quando, poi, si è parlato della rimozione dall’App Store di alcune applicazioni per il controllo dei genitori sui figli (in concomitanza con l’uscita di Screen Time: l’app, di Apple, con la quale è possibile decidere il tempo da far trascorrere ai figli con lo smartphone) l’amministratore delegato ha risposto: “Eravamo preoccupati per la sicurezza dei bambini!“.

Mark Zuckerberg di Facebook, che non era sicuramente alla sua prima audizione davanti al Congresso, ha dovuto rispondere ad un po’ di domande relative all’acquisizione di Instagram nel 2012 per un miliardo di euro e, soprattutto, a quella in cui gli veniva chiesto se avesse mai minacciato Instagram di voler sviluppare un prodotto simile al suo per poterne diminuire il prezzo d’acquisto, in caso di non approvazione dell’acquisizione. Mark ha risposto che “al tempo era già manifesto che Instagram e Facebook competessero nello stesso campo!”.

Per quanto riguarda i furti dei brevetti da parte di Pechino, Zuckerberg ha chiaramente dichiarato: “E’ molto ben documentato che il governo cinese rubi tecnologie alle aziende americane!”.

Sundar Pichai di Google, all’accusa di obbligare le aziende ad acquistare inserzioni e utilizzare i propri servizi di pubblicità per poter essere visibili, ha negato tutto ma non è entrato nei dettagli. Alla domanda: “Google usa la sua posizione dominante per sbarazzarsi della concorrenza?”, L’amministratore delegato ha risposto: “Come tante altre aziende noi cerchiamo di carpire i trend dei dati che possiamo visualizzare e li usiamo per migliorare la nostra offerta di prodotti agli utenti! Gli inserzionisti hanno comunque una grande scelta a loro disposizione!”.

Da un po’ abbiamo capito che sta finendo l’era degli “intoccabili”! Troppi dubbi, troppe domande, troppi problemi sollevati… 4 fra gli uomini più potenti al mondo stanno guidando 4 aziende che, se sommate, valgono più di 5 triliardi di dollari! (5000 miliardi di dollari!)
Il cinquantanovenne della mela più famosa, il cinquantaseienne delle vendite dalla A alla Z, il quarantottenne della grande G e il trentottenne dei social.

Domande, interrogazioni, milioni di documenti… Alla fine tutti si chiedono: ma quanto potenti sono? La domanda, però, potrebbe essere posta così: quanto sono cresciuti senza controllo? Oppure: sono pericolosi per la democrazia e la sicurezza?

L’unica cosa sicura è una: quando diventi Big non sei più dalla parte dei “buoni” e l’era dei computer in garage, del magazzino pieno di libri, della pagina bianca nella quale si poteva trovare tutto e dei lettori MP3, ormai se n’è andata! Per fortuna o… purtroppo!