Bottega Up, l’inclusione si fa mettendo le mani in pasta

L’intervista di Interris.it alla presidente e fondatrice della cooperativa sociale W.A.Y.S. Lynda Johnson sul progetto Bottega Up

Foto del progetto Bottega Up © cooperativa sociale W.A.Y.S.

Inclusione lavorativa significa anche sporcarsi le mani. Nel caso di Bottega Up, con farina e uova. Un piccolo gruppo di persone con disabilità dovrà infatti imbrattarsi palmi, nocche e dita per produrre artigianalmente pasta all’uovo nell’iniziativa della cooperativa sociale W.A.Y.S. all’Olgiata, comprensorio poco fuori Roma. “Tante persone con disabilità intellettiva possono lavorare ma hanno difficoltà a trovare un impiego e soffrono la solitudine, l’inclusione lavorativa deve partire dalle capacità di ognuna di loro”, spiega a Interris.it Lynda Johnson, fondatrice e presidente di W.A.Y.S., “anche se in Italia, per la mia esperienza, la situazione mi sembra migliore rispetto ad altri Paesi”.

Uscire dalla “campana”

La cooperativa, il cui acronimo sta per Wheels At Your Service, si pone l’obiettivo di favorire l’integrazione lavorativa delle persone con sindrome di Down e disabilità intellettiva, di fargli vivere pienamente la propria vita e di essere una risorsa per la comunità. “Vogliamo insegnare un lavoro a queste persone, la cui età va dai 30 ai 50 anni, che sono vissuti un po’ sotto una ‘campana di vetro’ e dopo gli anni della scuola si ritrovano più sole, perché quando lo imparano ci si dedicano con anima e corpo”, continua Johnson. Lei, madre di un figlio con sindrome di Down, ha dato vita a questa associazione non pensando a lui solo, ma a tutti loro. Una realtà che nel 2021 è stata premiata con il World Down Syndrome Day Award.

La sorpresa

Da un’occasione sfumata ne può nascere un’altra. Il progetto di un laboratorio artigianale di produzione e una bottega per vendita di pasta all’uovo ha preso forma dopo la mancata possibilità di realizzare un caseificio. “La vita ci ha fatto una sorpresa, si è liberato un pastificio all’Olgiata con tutti i macchinari e le attrezzature funzionanti”, prosegue la presidente di W.A.Y.S.. Il primo passo di questa iniziativa è stato la firma del contratto di affitto delle mura dei locali dell’azienda a dicembre, a cui è seguito un periodo di formazione del personale, due dipendenti a tempo pieno e un part time, seguito dall’ex titolare.

Mani in pasta

Dopo una fase di inserimento di lavoratori normotipici per apprendere il processo di lavorazione della pasta, la seconda contemplerà un ampliamento delle attività che coinvolgeranno sei o sette persone con disabilità, dalla produzione alla vendita diretta e alla distribuzione presso i ristoranti partner, per poi assumerle. Prevista anche la presenza di una importante chef che insegnerà le sue ricette per fare la pasta, in modo tale stimolare l’originalità della forza lavoro di Bottega Up. “Fettuccine, pappardelle di formati insoliti, tortellini di grandi dimensioni”, elenca Johnson, “avranno la loro linea di pasta artigianale originale. Intanto stiamo già ricevendo riscontri positivi da chi ha provato questi prodotti”.

Capacità e inclusione

Un terzetto di persone con disabilità è già al lavoro. “C’è chi è bravo con la contabilità, chi è cuoca e fa l’aiuto cuoco, chi gestisce i pacchetti e le confetture. Ognuno di loro ha la sua capacità e da queste partirà l’inclusione”, illustra Johnson. La presidente di W.A.Y.S. racconta i benefici immediati per queste persone nel condurre una vita attiva in questa maniera: “Già in questi primi giorni sono cambiati, hanno acquisito un senso di stima personale che prima non avevano. Si approcciano ai clienti senza imbarazzo, anzi ci vogliono parlare”. Successivamente, si potrà allargare l’organico con altre persone, fragili e non. Occorrerà prima però raccogliere 150mila euro per poter prendere possesso dei locali, dove ora sono in affitto mentre i proprietari vogliono vendere. “Abbiamo lanciato una campagna sulla piattaforma di raccolta fondi online GoFundMe”, afferma la fondatrice.