Ecco chi era San Medardo, vescovo e patrono di Arcevia

San Medardo, Vescovo e patrono di Arcevia, Vermandols (Francia), 470 ca.-Saint-Quentin (Francia), 560 ca. Medardo appartiene alla prima generazione francese, che deriva dalla fusione tra i Galli e i Franchi. Il padre Nectar è un nobile franco che, al seguito di Childerico 1, conquista la Gallia; la madre Protagia appartiene a una famiglia gallo-romana (quindi al popolo conquistato).

Avvenimenti

• Conosce e diventa amico di Eleuterio di Tournai.

• È ordinato sacerdote da san Remigio.

• Viene eletto vescovo di Saint-Quentin: il suo episcopato dura quindici anni.

• Accoglie e protegge con coraggio Radegonda, in fuga dalle angherie del marito Clotario I, che ha fatto uccidere il cognato. E’ proprio Medardo che avvia Radegonda alla vita religiosa.

Aneddoti

La sua generosità è tale che alcuni suoi abituali beneficati prendono da sé quello di cui hanno bisogno, senza neppure chiedergli il permesso. Quando un ladro, entrato nella sua casa (altri dicono nella sua vigna), non riesce a trovare la via d’uscita, Medardo lo accompagna lasciandogli anche la refurtiva.

• A un altro ladro, che gli ruba del miele, le api pungono il viso, che subito si gonfia; Medardo non solo lo guarisce all’istante, ma gli lascia il miele che questi gli ha sottratto.

• Quando gli viene rubata una mucca, la campana che l’animale porta al collo non smette di suonare: il ladro riporta la mucca a Medardo e questi, dopo aver fatto cessare lo scampanio, la regala al ladro.

Viene considerato il protettore dei ladri, verso i quali agisce con disarmante carità e generosità.

E’ anche il patrono degli ombrellai: la leggenda racconta come durante un violento temporale non si bagni minimamente grazie a un’aquila con le ali aperte fermatasi sopra di lui.

Spiritualità

Viene ricordato per distacco dai beni terreni. Profonda opera di evangelizzazione: cerca di estirpare dalla sua diocesi gli ultimi residui di paganesimo.

Morte

Muore santamente in tarda età. Clotario, avvertito della morte imminente del santo vescovo, si reca a trovarlo e ne riceve la benedizione. I suoi resti mortali sono fatti trasferire da Clotario a Soissons, dove viene poi costruita la famosa abbazia di San Medardo.

Tratto dal libro “I santi del giorno ci insegnano a vivere e a morire” di Luigi Luzi