Manovra, l'appunto di Renzi sul taglio al cuneo fiscale

Aumentare le aliquote dell’Iva sarebbe stato un bel pasticcio per i consumi. Quindi bene così, giriamo pagina”. La mette così a Tg2 Post Matteo Renzi, fresco fondatore di Italia Viva, la questione dell'aumento dell'Iva che, Def alla mano, non dovrebbe verificarsi in fase di redazione della legge di Bilancio. L'ex premier, però, fa leva sulle parole del presidente di Assolombarda, Carlo Bonomi, secondo il quale “servono almeno 13 o 14 miliardi” per il taglio delle tasse sul lavoro, per ribadire che “tutti parlano di ridurre il cuneo fiscale: con il mio governo abbiamo fatto gli 80 euro, 6 miliardi in meno di costo del lavoro e altri interventi per 22 miliardi di riduzione cuneo fiscale. Proporre 3,4 miliardi in meno è pannicello caldo, bisogna fare di più”. In sostanza, visto lo scarso margine di manovra per reperire i 5 miliardi ancora necessari alla Legge di bilancio, secondo il partito dell'ex premier sarebbe consigliabile rimandare il tutto a fra un anno.

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Repliche e dibattito

Parole che non hanno convinto gli ex colleghi del Pd: “Matteo Renzi liquida il taglio del cuneo fiscale come un 'pannicello caldo' – ha scritto su Twitter il viceministro Antonio Misiani -. Sbaglia. Il suo partito aveva chiesto di rimandarlo al 2021. Non siamo d’accordo. Siamo al governo perché le tasse sui lavoratori vogliamo tagliarle. Iniziando subito, a partire da chi ne ha più bisogno”. Anche il premier Conte ha difeso la Manovra, ribadendo l'importanza del mancato aumento dell'Iva e anche il segretario dem Zingaretti invita tutti alla prudenza perché “ogni distinguo e polemica è un favore a Salvini”. Renzi, però, ne ha anche sul Reddito di cittadinanza: “Rischia di incentivare chi non vuole lavorare: ora c'è e non si può tornare indietro perché i Cinque Stelle sono al governo. Ma tutti assieme incentiviamo i controlli su chi usa il reddito in modo scorretto. Facciamo che questa funzioni meglio, che questa misura aiuti a trovare lavoro e non un sussidio a chi sta sul divano“.