USA, SUPER TUESDAY DECISIVO: “MAKE OR BRAKE” PER GLI SFIDANTI DI CLINTON E TRUMP

Oggi è il “super martedì” delle primarie americane: Hillary Clinton, Democratica e Donald Trump, Repubblicano dovrebbero configurarsi come i candidati alle elezioni del prossimo novembre per la Casa Bianca. Sono in corso in queste ore primarie e caucus, riunioni di dirigenti per convergere sui designati alle elezioni, in 12 Stati che vanno dall’Alaska alla Virginia. Se Clinton e Trump dovessero affermarsi in maniera netta, ciò significherà l’uscita definitiva degli avversari dalla scena.

I rivali Repubblicani di Trump, i Senatori Marco Rubio e Ted Cruz, hanno cercato disperatamente di fermare la marcia del magnate verso la nomina, provando a riunire il partito contro l’uomo che i più vedono come un intruso tra i conservatori.

Hillary Clinton, dal canto suo, ha sbaragliato il rivale Democratico Bernie Sanders in Carolina del Sud nello scorso week end, assicurandosi i voti afro-americani nella sua terza nettissima vittoria; se continuerà di questo passo in Stati come l’Alabama, la Georgia e la Virginia, supposti essere terreno favorevole, diventerà la candidata certa per le elezioni generali. La Clinton si è spesa molto nelle ultime settimane di campagna elettorale, scagliandosi pesantemente contro la retorica di Trump: “Sono dispiaciuta per il  linguaggio usato dai Repubblicani, che condannano le persone, ne fanno dei capri espiatori. Noi dimostreremo, a iniziare dal Super Tuesday del primo marzo, che la strada da seguire è un’altra”, ha dichiarato la Senatrice.

La campagna elettorale di Trump ha incendiato anche gli animi degli avversari Repubblicani, in particolare dell’ex favorito Rubio, che ha intensificato gli attacchi personali e ha evidenziato i problemi che il neofita Trump avrebbe in elezioni generali: “I media e i Democrats si avventerebbero su di lui additandolo come un diavolo”, ha dichiarato Rubio all’elettorato del Tennessee. Tuttavia Trump parte da una posizione di vantaggio ed è ragionevole pensare che uscirà vincitore dal “big match” di oggi.

In effetti la retorica spesso scorretta di Trump sarebbe stata la rovina di un qualunque candidato del Partito Repubblicano, quello del conservatore Abraham Lincoln per intendersi, ma queste elezioni si preannunciano come particolari, con un elettorato che sembra desiderare un outsider sprezzante dell’establishment politico.

Se Trump sbaraglierà il Sud nel Big Tuesday, potrebbero spegnersi le luci per i suoi sfidanti. Vedremo dunque nelle prossime ore se la sfida sarà tra Trump e Clinton, come si prevede, o se l’America sarà ancora una volta in grado di sorprenderci.