Il partito di Mnangagwa verso la maggioranza assoluta

Zanu-Pf, partito al governo in Zimbabwe dal 1980, ha ottenuto la maggioranza assoluta nell'Assemblea nazionale, il Parlamento del Paese africano. E' quanto emerge dai risultati ufficiali, ma non ancora definitivi, delle elezioni legislative svoltesi lunedì scorso, primo test dopo la caduta del presidente Robert Mugabe. 

Risultati 

Nelle 153 circoscrizioni di cui sono arrivati i risultati, lo Zanu-PF ha conquistato 110 seggi, mentre l'Mdc (il Movimento per il cambiamento democratico) ne ha ottenuti 41. L'Assemblea Nazionale ha un totale di 210 posti e lo Zanu-PF si è dunque già assicurato la maggioranza nella “camera bassa“.

In attesa

Nessun partito ha ancora commentato i dati, ma martedì l'opposizione dell'Mdc aveva rivendicato la vittoria. “Abbiamo ricevuto i risultati dai nostri rappresentanti – ha detto Tendai Biti, rappresentante del partito – che dimostrano oltre ogni ragionevole dubbio che abbiamo vinto le elezioni e che il prossimo presidente dello Zimbabwe sarà Nelson Chamisa“. Da parte sua il presidente Emmerson Mnangagwa, leader dello Zanu-Pf, si era detto fiducioso: “Le informazioni ricevute dai miei rappresentanti sono estremamente positive”. La commissione elettorale dello Zimbabwe (Zec) ha, però, avvertito che i risultati definitivi non saranno disponibili prima di venerdì o sabato. Ma per Chamisa la Zec “sta tardando a rendere noto l'esito del voto per guadagnare tempo e invertire la vittoria alle presidenziali. E' una strategia che serve per preparare il Paese ad accettare risultati falsi“.  

Avvertimento

Il governo ha, intanto, messo in guardia i candidati alle elezioni dal rivendicare la vittoria prematuramente, ricordando che rischiano un'incriminazione e la prigione. “Come governo, abbiamo notato con preoccupazione le azioni e la condotta di alcuni leader di partiti politici che stanno apertamente dichiarando che annunceranno i risultati a prescindere dalle disposizioni di legge”, ha sottolineato il ministro dell'Interno, Obert Mpofu. “Sono sicuro – ha aggiunto – che nessuno vuole provocare la collera della legge e il rischio di essere spediti in prigione“.