Renzi al Lingotto: “Orgoglioso dei miei genitori”

Sono fiero e orgoglioso che mio padre e mia madre vogliano difendersi in un processo. Sono orgoglioso di essere loro figlio e ai magistrati dico: noi non vogliamo impunità, immunità, scambi per non andare a processo”. Arriva dal palco del Lingotto di Torino la prima vera messa in chiaro dell'ex premier Matteo Renzi sugli arresti domiciliari disposti per i suoi genitori. Nel tour di presentazione del suo libro, l'ex segretario dem ribadisce che “noi non scappiamo come fanno gli altri, vogliamo andare in quell'aula. Perché lì vedremo chi ha ragione e chi torto”. Renzi, accolto da un'ovazione nella Sala gialla, ha detto che “di fronte alle difficoltà tutti ci dicono che siamo finiti, ma noi siamo quelli che restano e che non mollano mai”.

Renzi: “Non dirò una parola contro i giudici”

Nonostante la frustrazione per quanto accaduto ai suoi genitori, l'ex premier non si lancia in attacchi specifici, specie contro i giudici: “Non mi sentirete mai dire una parola contro la giustizia italiana, rispetto le sentenza, ma penso che la storia in futuro racconterà che è stupefacente come per anni si sia fatta una fitta rete di indagini nei confronti del presidente del Consiglio e dei suoi famigliari. Di fronte a questo posso dire solo una parola: fiducia nella magistratura. Però umanamente ci sto male”.

Martina: “Doveroso esserci”

Al Lingotto c'è anche il candidato segretario Maurizio Martina: “Esserci era doveroso, innanzitutto sul piano umano. Un partito è una comunità, quando ci sono leadership come quella di Matteo Renzi, che vivono passaggi delicati, è importante essere presenti. Io e Matteo Richetti abbiamo deciso insieme di garantire la presenza della nostra mozione sia a Modena che a Torino oggi. Abbiamo pensato fosse giusto farlo data la contemporaneità dei due momenti”. Con l'orizzonte delle primarie ormai bene in vista, l'ex ministro si appella ancora all'unità: “Di fronte a questa destra pericolosa, non possiamo permetterci il lusso di dividerci. Se tocca a me, dal 4 marzo si lavora unitariamente. I veri avversari sono Salvini, Di Maio e Berlusconi”.