Garlatti (Agia): “Troppe differenze territoriali nelle cure ai bambini”

"La mortalità nel primo anno di vita di un bambino che risiede nel Mezzogiorno è del 70% più elevata rispetto a uno nato nel Nord": il commento della Autorità Garante Carla Garlatti (AGIA)

bambino ospedale
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Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), commenta i dati sulle differenze tra Nord e Sud d’Italia in merito alle cure ai bambini e alla mortalità infantile in vista della Giornata mondiale del malato (11 febbraio).

Garlatti (Agia): “Troppe differenze territoriali nelle cure ai bambini”

“Mi ha molto colpito leggere, in uno studio da poco pubblicato sull’Italian Journal of Pediatrics, che la mortalità nel primo anno di vita di un bambino che risiede nel Mezzogiorno è del 70% più elevata rispetto a uno nato nel Nord. Gli esperti sostengono che uno degli indici più significativi per valutare lo stato di sviluppo del sistema sanitario di un Paese è rappresentato dalle variazioni del tasso di mortalità infantile: il dato riportato nello studio non può quindi lasciare indifferenti, ma suona come un campanello d’allarme”. Lo dichiara Carla Garlatti, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza (Agia), per la Giornata mondiale del malato in programma l’11 febbraio. “È tempo di intervenire per colmare queste diseguaglianze”, l’appello della Garante.

“Può sembrare incredibile che ancora oggi nel nostro Paese esistano simili differenze in termini di condizioni economico-sociali e di organizzazione sanitaria. È tempo di intervenire – l’appello di Garlatti – per colmare queste diseguaglianze, che portano con sé anche il fenomeno della migrazione sanitaria dalle regioni del Sud verso quelle del Centro Nord, con una serie di gravi ripercussioni sulla vita dei minorenni. Un altro studio, pubblicato nella stessa rivista, ha infatti messo in luce che nel 2019 i minorenni residenti nel Mezzogiorno sono stati curati in altre regioni più frequentemente rispetto a quelli del Centro-Nord (11,9% contro 6,9%). Un numero che cresce se si prendono in esame i ricoveri ad alta complessità (21,3% rispetto a 10,5% del Centro-Nord)”.

Povertà sanitaria: il divario tra Nord e Sud

“C’è di più: uno studio di Svimez appena presentato ha rivelato che nel Sud l’8% dei nuclei familiari si trova in stato di ‘povertà sanitaria’: in altre parole nella condizione di dover rinunciare alle cure per motivi economici. E si tratta del doppio rispetto al Nord Est, che sta al 4%. Occorre intervenire sulla spesa pubblica in modo che le risorse siano distribuite in maniera più equa tra le regioni italiane, non dando maggior rilevanza alla quantità della popolazione come criterio di ripartizione delle risorse. Il Nord, infatti, conta un numero di residenti superiore a causa dello spopolamento del Sud, che invece per tale ragione riceve minori risorse”, evidenzia la garante.

“Mi auguro – conclude Garlatti – che si intervenga in maniera strutturale per mettere fine alle profonde differenze che l’Italia sconta nell’assicurare a tutti i bambini il diritto di accedere all’assistenza sanitaria e a cure di qualità. L’opportunità di annullare o ridurre considerevolmente questi divari può essere colta in occasione della stagione di riforme appena apertasi con la proposta di legge sull’autonomia differenziata affinché le disparità si eliminino e non aumentino”.

Fonte: AgenSIR