Chi è Lew Eisenberg, tesoriere dei Repubblicani e nuovo ambasciatore Usa in Italia

E’ Lewis Michael Eisenberg, tesoriere del Partito repubblicano, il nuovo ambasciatore degli Stati Uniti in Italia. Questa la scelta del presidente Donald Trump che, alla fine, ha rispettato i pronostici, nominando il fedelissimo “Lew”, classe 1942, all’importante carica nella sede istituzionale di Via Veneto, a Roma. Finanziere, investitore e fondatore, nel 1990, dell’importante società “Granit capital international”, la sua candidatura passerà ora al vaglio del Senato che, come da prassi, si occuperà di valutare la sua attinenza al ruolo, ratificandone poi la nomina. Di certo, la figura di Eisenberg, nato da una famiglia ebraica, gode di una certa stima oltreoceano, almeno da parte della cosiddetta “ala moderata” del Partito. Qualche avversione sul lato del Grand old Party è stata segnalata ma, allo stesso tempo, c’è da dire che l’apporto dal punto di vista prettamente politico del finanziere dell’Illinois ha rivestito una certa importanza nell’ambito dell’elezione di Donald Trump, nonostante una sua carriera intensa e poliedrica anche al di fuori della politica.

L’esperienza in “Goldman Sachs”

La funzione di Financial chairman del Republican national committee è stato il suo ruolo più importante a livello istituzionale ma la sua azione all’interno del Gop si era già avvalsa della fondazione della cosiddetta “Republican leadership Council”, associazione definita “fiscalmente conservatrice e socialmente inclusiva” che rispecchia il suo pensiero moderato e, per questo, decisamente più aperta dell’ala oltranzista all’ascolto e al dialogo su questioni particolarmente sensibili. Di pari passo, una corposa opera di filantropia e, soprattutto, di fundraiser svolta da Eisenberg durante la campagna elettorale del Tycoon e, successivamente, rivelatasi decisiva. Alle spalle, dopo gli studi a New York, una lunga esperienza nella banca “Goldman Sachs”: un’avventura iniziata nel 1966 e conclusa, non senza sorpresa, nel 1989, quando rassegnò improvvisamente le sue dimissioni, incappando in un’intricata vicenda mentre ricopriva il ruolo di capo della Equity division.

Da Bush a Trump

Un episodio che, a ogni modo, non comprometterà il prosieguo della sua carriera, continuata con la fondazione della Gci e, politicamente, al fianco di George Walker Bush prima (da presidente della Port Authority di New York e New Jersey, anche durante gli attentati dell’11 settembre 2001) e di John McCain poi. Fino allo stretto legame con il Tycoon, affiancato egregiamente in fase di elezione e, soprattutto, in fase di relazione dello stesso Trump con l’ala moderata del Partito. Un operato dietro le quinte, oscuro ma comunque fondamentale, tanto da rendere Eisenberg uno degli uomini di punta della campagna elettorale. In attesa della conferma del Senato, la nomina del tesoriere all’ambasciata si inserisce certamente nella linea d’azione internazionale intrapresa dagli Usa con l’Italia, vista da oltreoceano come un ago della bilancia importante per nodi ritenuti cruciali. Primo fra tutti, la questione immigrazione.