La Guardia costiera libica spara sui migranti: 3 morti. L’Oim: “La Libia è pericolosa”

Il grave episodio avvenuto durante le operazioni di sbarco: anche alcuni feriti. Secondo l'Organizzazione, il barcone era stato intercettato e riportato indietro

Due migranti uccisi, entrambi di origine sudanese, e altri cinque rimasti feriti: questo il bilancio drammatico di quanto accaduto ieri notte a Khums, a est di Tripoli, dove la guardia costiera libica ha aperto il fuoco contro un gruppo di migranti durante le operazioni di sbarco. L’imbarcazione sulla quale viaggiavano era stata intercettata al largo della costa e riportata sulla terraferma proprio da un’unità della guardia costiera. Secondo quanto riferito dall’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim), che ha riportato la testimonianza di un suo addetto presente sul posto, la scarica di colpi sarebbe arrivata nel momento in cui alcuni migranti, appena sbarcati, avrebbero tentato di darsi alla fuga.

Oim: “Libia non sicura”

Un episodio grave, che ha portato l’Oim a ribadire la pericolosità del contesto libico, per i civili come per coloro che arrivano sulla costa per fuggire oltre il Mediterraneo: “Le sofferenze patite dai migranti in Libia sono intollerabili – ha spiegato Federico Soda, capo missione Oim in Libia -. L’utilizzo di una violenza eccessiva ha causato ancora una volta delle morti senza senso, in un contesto caratterizzato da una mancanza di iniziative pratiche volte a cambiare un sistema che spesso non è in grado di assicurare alcun tipo di protezione”. Rinnovato ancora una volta l’appello alla Comunità internazionale affinché “si agisca con urgenza per fermare i ritorni in Libia di persone vulnerabili”. Secondo l’Organizzazione “è necessario mettere in atto uno sistema alternativo che permetta che le persone soccorse o intercettate in mare siano portate in porti sicuri”. Nella stessa nota si precisa come sia necessaria “una maggiore solidarietà tra gli Stati europei e gli Stati mediterranei che si trovano in prima linea”.

Lampedusa in difficoltà

La tragedia avvenuta a Khums si inserisce in un momento storico che vede concretizzarsi una nuova emergenza nel Mar Mediterraneo. Nei giorni scorsi, l’ong Alarm Phone aveva segnalato diverse imbarcazioni in difficoltà al largo di Malta, mentre a Lampedusa i numerosi sbarchi hanno portato al riempimento dell’hotspot d’accoglienza ben oltre la capienza massima consentita. Gli ultimi dati (rilasciati dal Viminale) riferiscono di 12.533 arrivi complessivi da gennaio a oggi, decisamente incrementati rispetto allo scorso anno (3.599) ma ancora sotto i livelli di due anni fa (18.380). Per la maggior parte (36%), le persone sbarcate sono di nazionalità tunisina.

Lamorgese in Tunisia

Nella giornata del 27 luglio, proprio in Tunisia si era recata il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, che ha incontrato il presidente Kais Saied e il premier incaricato, Hichem Mechichi. Il capo del Viminale ha reso note “le forti preoccupazioni italiane per l’incremento registrato quest’anno sul fronte degli arrivi dei migranti irregolari dalla Tunisia tramite sbarchi autonomi. Un fenomeno, è stato sottolineato, che ha assunto dimensioni rilevanti: al 24 luglio su 11.191 migranti sbarcati in Italia, ben 5.237 sono partiti dalla Tunisia e di questi quasi 4mila sono cittadini tunisini”.